Restai immobile ad osservare Musan che usciva. Respiravo piano per nascondere l'immensa rabbia che avevo in me. Quasi stritolai il Rosario che quella donna gentile mi aveva messo tra le mani. Lo riposi delicatamente in una tasca della giacca.
Mi affacciai alla finestra tentando di distarmi. Ma le parole di Musan mi tormentavano. Battei forte il pugno sullo stipite.
"..se avessi pensato che la pistola era carica, maledetto, ti avrei sparato immediatamente in mezzo agli occhi..." Sussurrai tra i denti.
Eppure non potevo non pensare che ciò che aveva detto, in fondo, era vero.
La Clio di una volta non l'avrebbe risparmiato, la Clio di una volta non avrebbe esitato. Già, la Clio prima di John.
Che ti aspettavi? Che ti dicesse: "ma che brava, mi sei sfuggita e mi hai steso..."? Infondo lui è finito a terra, non tu.. I ragni non contano, i ragni sono opera del demonio..
Scossi la testa, sorridendo sarcastica : ".. No, non del demonio.. Di un uomo, un uomo mortale.." Guardai fuori dalla finestra.
Per lo meno, pensai, ora i ruoli si erano rovesciati, ed ero io a dover stare alla larga da lui, non il contrario. E, di certo, non me lo sarei fatto ripetere due volte.
".. Non gli permetterò di fare del male a Guerenaiz.." Sussurrai ".. Si, certo che sa difendersi da solo.. Ma devo fare tutto ciò che è in mio potere per difenderlo..."
Sospirai, sarcastica "..sempre che riesca a proteggere me stessa.." Alzai le spalle e mi diressi, un po' più calma verso la porta ".. Infondo, checché ne dica lo spagnolo, me la sono cavata anche stavolta..". Sorrisi.
Lasciai finalmente quella cabina per recarmi sul ponte. Mi appoggiai al parapetto e guardai il mare.
Avrei voluto perdermi in quell'immensità.
Musan aveva detto che mi aveva morso un ragno capace di produrre incubi. Dunque non era stato che quello, un incubo? La voce di Loren e le sue parole.
Che domande, pensai, Loren è morta davanti ai miei occhi.
Eppure, anche durante il sonno innaturale del veleno, lei mi aveva sempre parlato. E diceva sempre la stessa cosa: John era con lei, e io non potevo trovarlo.
Scossi la testa e repressi le lacrime fissando un punto indefinito all'orizzonte.
No, non avrei mai creduto a dei semplici sogni. Dovevo vedere la sua tomba, parlare con chi l'aveva visto morire per accettare il fatto che non sarebbe mai tornato.
Ma, persino io, mi rendevo conto di quanto fossero irrealizzabili anche quelle terribili speranze.
Ma l'incertezza mi indeboliva e mi consumava.
Fu allora che mi ricordai del Rosario nella mia tasca. Lo presi delicatamente tra le mani, chiusi gli occhi, col viso rivolto al sole, che mi scaldava dolcemente le guance, e pregai per John, per Guerenaiz, e anche per me.
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