Storm fissò Elisabeth senza dire nulla.
Prese allora uno dei due bicchieri di rum che il locandiere aveva portato loro e lo buttò giù tutto d'un fiato.
Si alzò per poi avviarsi verso il tavolo del padre di Elisabeth.
“Salute a voi, signori.” Disse sorridendo.
“Cosa cercate?” Chiese uno degli uomini che erano col padre di Elisabeth.
“In verità” sorridendo Storm “vi ho visti appena sono entrato e subito ho capito di trovarmi davanti a dei gentiluomini.”
“E possiamo dire lo stesso di voi, nonostante i vostri abiti?”
“Oh, ma io sono un gentiluomo almeno quanto voi, miei signori.” Rispose Storm. “Un gentiluomo purtroppo vittima della sfortuna. Ero appunto imbarcato su una nave diretta a Giamaica, quando un ammutinamento ha causato la morte del capitano e fatto saltare il viaggio. Naturalmente io non ho avuto parte in quella rivolta, tuttavia la sorte non ha affatto premiato la mia onestà. Ora sono senza lavoro e...”
“Cercate dunque un impiego?” Domandò il padre di Elisabeth.
“Per l'appunto, signore.”
“Siete fidato?”
“Anche a discapito dei miei interessi.” Annuì Storm. “Altrimenti ora sarei chissà dove con i miei compagnia ammutinati.”
“Allora forse stasera la fortuna vuol darvi la possibilità di rifarvi...”
“Interessante.” Sorridendo Storm.
“Sono venuto qui” fece il padre di Elisabeth “per ritrovare e riportare in patria mia figlia.”
Storm restò sorpreso.
Elisabeth infatti riteneva suo padre interessato ad altro.
“E sono disposto a pagare profumatamente chiunque vorrà aiutarmi.” Continuò il padre di lei.
“Quanto profumatamente?” Chiese il contrabbandiere.
“Fate voi il prezzo.”
Restarono a discutere ancora un pò, mentre Elisabeth, distante da loro, ignorava totalmente quella discussione.
Alla fine Storm lasciò quel tavolo e tornò da lei.
“Ah, ho una gran fame!” Esclamò sedendosi. “Allora, cosa ordiniamo?” Domandò ad Elisabeth.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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