Uscì sbattendo la porta ed io sussultai... ero scossa, ed una marea di emozioni si agitava dentro di me. Difficile sarebbe stato esprimere ciò che provavo in quel momento: tremavo, avevo le guance rosse e accaldate ed il cuore mi batteva tanto forte che avrebbe potuto uscirmi dal petto da un momento all’altro... e non riuscivo a pensare ad altro che all’ardore nei suoi occhi e nella sua voce, al calore delle sue labbra e alla forza delle sue braccia...
Chiusi gli occhi, tentando di riacquistare il controllo.
“Talia...”
Le mie mani si strinsero intorno al bordo del parapetto quasi convulsamente, mentre i miei occhi scrutavano la folla in modo sempre più frenetico...
“Talia...” insisté mio padre “Devi salire... la nave sta per partire!”
“No...” mormorai “Dobbiamo aspettare ancora... aspettiamo ancora un momento, padre!”
“Talia... non verrà!”
“Sì che verrà!” ribattei con forza, portando gli occhi su di lui.
Lo osservai per un attimo, caparbiamente... poi tornai a scrutare il viavai del porto... uomini e donne, mercanti e marinai, soldati e sfaccendati... ogni sorta di umanità si accalcava davanti ai miei occhi, ma tra essi non riuscivo a scorgere l’unico volto di cui ero in cerca...
“Verrà...” soggiunsi, con il tono di chi cerca con tutto sé stesso di aggrapparsi alla più flebile speranza “So che verrà, padre! Forse... forse è solo in ritardo...”
Philip abbassò per un momento lo sguardo, poi mi si avvicinò appena e prese la mia mano tra le sue...
“Sarebbe già arrivato, se fosse voluto venire... lo capisci?” sospirò “Ascolta... so che oggi questo è difficile da accettare per te... però... credimi, è meglio così! E’ meglio per tutti!”
“Ma, papà...” mormorai, con la voce che si spezzava “Papà, io... io gli ho creduto davvero... e credevo davvero che lui fosse sincero quando...”
“Lo so!” mi interruppe lui, prima che io potessi continuare, circondandomi le spalle con un braccio e conducendomi verso la nave in partenza “Lo so che non è colpa tua... ti sei sbagliata... ma non devi essere triste... vedrai, Las Baias ti piacerà. Le Flegee sono un mondo nuovo, tutto da scoprire... e là ti farai una nuova vita...”
Sospinta da mio padre e stordita dalle sue parole, mi avviai sulla passerella... ero affranta, distrutta e non potevo credere che davvero non fosse venuto, non potevo credere che papà avesse ragione, non potevo e non volevo crederlo...
Una volta a bordo, mentre alcuni uomini stavano già ritirando la passerella, mi voltai ancora una volta, speranzosa, verso il molo... ma di lui nessuna traccia...
Battei le palpebre, scivolando fuori da quel doloroso ricordo... la mia mente era confusa, sconvolta dagli eventi... e mi accorsi che stavo ancora fissando la porta da cui, rabbiosamente, era uscito...
Mi riscossi, dunque, e mi aggirai per la cabina... oro e argento rilucevano ovunque alla danzante luce delle lampade ad olio, ma io non ci facevo molto caso... la mia mente era tutta concentrata su di lui, su ciò che aveva fatto e su quella rabbia che era improvvisamente esplosa... ne ero stata colpita... per la prima volta in due anni avevo scorto una rabbia ed una frustrazione che non erano le mie... per tutto quel tempo, avevo attribuito a lui la colpa completa del mio dolore... e scorgere ora, così distintamente, il suo dolore e la sua rabbia mi colpì.
C’era un sofà nell’angolo più remoto e più buio della cabina... e lì mi sedetti per pensare, accorgendomi improvvisamente di quanto dovevo essere stanca. Non sapevo più da quanto tempo non dormivo e poi tutte quelle emozioni, nelle ultime ore, mi avevano provata. Quasi senza accorgermene, dunque, distesi le gambe e appoggiai la testa... ed un secondo dopo già dormivo.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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