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Vecchio 19-11-2012, 00.28.33   #907
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guidaux stava seduto ad un grosso ed austero tavolo, ricolmo di scartoffie, mappe e cartine geografiche, compassi ed un paio di sestanti, con lo sguardo fisso a scorrere numeri e resoconti.
Il governatore invece era accanto ad una vetrinetta, dove erano esposti in bella mostra i modellini di navi che componevano la sua collezione.
L'uomo più potente di Las Baias aveva in mano due di quei modellini e ci giocava come se fosse un bambino.
Ad un tratto un servo bussò ed annunciò la visita di Philip Van Joynson.
Guidaux ordinò di farlo passare.
“E' accaduto una cosa terribile...” disse Philip e rivolgendosi ad entrambi gli uomini presenti nella stanza “... la nave su cui era imbarcata mia figlia Talia...”
“Salute a voi, amico mio.” Sorridendo il governatore.
“Eccellenza...” fissandolo Philip “... perdonatemi se giungo così, ma è successa una tragedia...”
Guidaux lo guardò senza tradire alcuna emozione, mentre il governatore restò stupito da quelle parole.
“Vi ascoltiamo, amico mio...” mormorò.
“La nave su cui era imbarcata mia figlia Talia...” agitato Philip “... non è mai giunta a Minisclosa e ormai sembra certo che possa essere stata attaccata da una nave pirata...”
“Ma è terribile!” Esclamò il governatore.
“Era una nave della Compagnia?” Chiese l'ammiraglio.
“Si.” Annuendo Philip.
Guidaux scosse il capo e lasciò cadete i documenti che stava esaminando.
“Dobbiamo intervenire.” Disse Philip.
“Voi mercanti” fissandolo l'ammiraglio “avete la presunzione di poter fare tutto ciò che più vi piace in queste acque, infischiandovene dei decreti governativi.”
“Non è questo il momento, ammiraglio.” Replicò Philip.
“Dite?” Alzandosi Guidaux. “E che momento è allora questo? Quello di armare una o più fregate e mandarle a spasso per questi arcipelaghi in cerca di pirati con i loro ostaggi?”
Philip lo guardò indisposto.
“E cercare dove poi?” Continuò l'ammiraglio. “A Portuga? Un'isola fortificata dai bucanieri e che forse neanche l'intera flotta riuscirebbe ad espugnare? Oppure su qualche isolotto deserto in mezzo al mare? Magari abitato da cannibali?” Raggiunse una finestra e restò a fissare il porto sottostante.
“Volete dire che devo lasciare mia figlia in mano ai pirati?”
“Ma siamo certi che sia stata davvero attaccata dai pirati quella nave?” Domandò il governatore.
“Doveva arrivare ieri a Minisclosa” rispose Philip “ed invece si sono perse le tracce di quella nave. Non c'è altra spiegazione.” Tornò a fissare l'ammiraglio. “Bisogna dunque agire subito.”
“Per ora non possiamo fare molto.” Entrando Musan nella stanza. “L'ammiraglio ha ragione.”
“E mia figlia?”
“Bisogna attendere.” Disse lo spagnolo. “Attendere che si facciano vivi i pirati.”
“Ma è una pazzia!” Esclamò Philip.
“No, è l'unica cosa da fare.” Fissandolo Musan. “Vostra figlia è un bene troppo prezioso per loro. Chiederanno un riscatto. Dobbiamo solo attendere che si facciano vivi.”
“Io non resterò con le mani in mano!”
“Per ora non possiamo fare altro.” Fece Musan. “Dobbiamo aspettare che si facciano vivi. E poi decideremo sul da farsi.”
Philip tradì con una smorfia tutta la sua disperazione.
“State tranquillo...” disse lo spagnolo “... vi prometto che libereremo vostra figlia.”
“Ed io vi sarò grato per sempre...”
“Quando tutto sarà finito” guardandolo Musan “vi rammenterò queste vostre parole, signore.”
Philip annuì.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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