Clio attraversava quella piccola stradina, fatta di ciottoli e fango.
Era un piccolo borgo, di quelli che si vedono nei pressi dei litorali e delle baie, a metà tra il pittoresco e mediterraneo moresco basco e la semplicità di quei villaggi fatti con legno, malta e foglie seccate al Sole e al maestrale.
Ad un tratto la ragazza giunse verso la fine del borgo e davanti a lei si apriva una stradina che in breve divenne sterrato.
Dava su una buia spiaggia, battuta dal vento e dall'eco delle onde del mare.
Ad un tratto Clio vide una figura lontana.
Si avvicinò e riconobbe il suo volto: era Loren.
“Perchè...” disse “... perchè sei venuta? Ora gli spettri daranno la caccia anche a te...”
“Dov'è il tesoro?” Chiese Clio.
“I tesori non sono mai uguali...” spiegò Loren “... sono diversi per ogni persona, poiché sono fatti ad immagine dei nostri sogni più belli... e io so cosa cerchi...”
“John...” sussurrò Clio.
Loren allora camminò verso il mare e Clio subito si decise a seguirla.
“John è morto...” mormorò Loren “... non lo troverai...”
“Non è vero!” Urlò Clio.
“Si...”
“Come lo sai?” Chiese Clio.
“Perchè ora è anche lui uno degli spettri...” rispose Loren “... e verrà a tormentarti...”
Raggiunsero allora una bassa scogliera e vi trovarono Giuff e i suoi bucanieri.
“Questa pazza ha ragione!” Disse il pirata a Clio. “Il tuo John ora è un fantasma! Perchè i veri fantasmi arrivano sempre dal nostro passato per tormentarci!” Rise, per poi strappare i vestiti di Loren e gettarsi con lei nella sabbia.
Continuavano questi incubi per Clio, mentre quel veleno aveva ormai donato al suo corpo l'immagine spettrale e cupa della morte.
Una morte ancora lontana dallo svanire.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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