Rigirai la penna tra le mani, e osservai attentamente il figlio davanti a me.
Poggiai poi la penna sul tavolo, e fissai Giuff con un uno sguardo malizioso.
"Davvero mi credete così ingenua, capitano, da scambiare così facilmente la mia merce di scambio più preziosa?"
Allontanai da me mappa e penna.
"Se foste un uomo d'onore ve la disegnerei in cambio della vostra parola che mi tratterete coi guanti... Ma.." alzai le spalle ".. Perdonate se non mi fido della vostra parola. Così, ecco come faremo, per essere sicuri che nessuno di noi verrà meno alla parola data."
Lo sguardo di Giuff era impenetrabile, ma lo sostenni, fieramente.
"Io non vi disegnerò nessuna mappa... Quando partiremo dall'isola di Vortingern, mi terrete con voi al timone, e io... Pezzo per pezzo.. Vi indicherò la rotta..."
Mi sporsi verso di lui : "così, se voi o chiunque altro oserà allungare le mani, vi ritroverete sperduti in mezzo al mare, senza sapere da che parte sia la vostra preziosa isola perduta. "
Scossi la testa, sorridendo, perfida. "Perché posso assicurarvi che potrete scuoiarmi viva, che non vi dirò una parola. "
Mi raddrizzai sulla sedia: "Quindi, capitano, considerando che nessuno di noi ha un buon motivo per infrangere il patto...che mi dite? Siamo ancora soci?"
Alzai di nuovo il bicchiere, e buttai giù un altro goccio di vino: "Ah, dimenticavo, se vi aiuterò a trovare il tesoro, non voglio parte dell'oro, ma solo la libertà.".
Strizzai l'occhio destro: "che ve ne pare?"
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