Cheyenne e Sesc videro così il piccolo borgo, adagiato, quasi fosse assopito, nel ventre di una collinetta brulla e arsa dal caldo Sole Flegeese.
E solo i cocenti raggi solari e il deciso maestrale sembravano poter giungere in quell'abitato, così lontano dall'industrioso ed attivo porto di Minisclosa.
E su quel promontorio nudo e arido pareva ormai da anni fermentato quel brulicante ed operoso riparo di pescatori.
Era stato eretto con uno stile esotico e pittoresco, quasi a metà tra i bianchi paesini di calce e legno che si vedono nelle isole greche del Mediterraneo e quei villaggi di bambù e rampicanti, contornati da alte palme e attraversati dai venti torridi, che pullulano ai limiti degli arcipelaghi tropicali.
Cheyenne e Sesc così lo raggiunsero e penetrarono al suo interno, fino ad entrare in una locanda, dove la ragazza vide finalmente lo strumento da cui proveniva la musica.
“Io vengo spesso qui...” disse Sesc “... non mi conosce nessuno e posso passeggiare tranquillamente tra le stradine di questo posto senza che alcuno giunga ad importunarmi o a giudicarmi...” il locandiere portò loro da bere “... chissà cosa direbbe il vecchio zio” ridendo “se sapesse che sei venuta qui con me da sola.”
Si avvicinò una zingara al loro tavolo.
“Posso leggervi il futuro?” Chiese ai due. “E rivelarvi cosa vi donerà il vostro amore?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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