Il pomeriggio e la sera trascorsero pigre alla villa della famiglia di Altea, con un vago senso di irrequietezza e forse malinconia avvertiti dalla ragazza.
Le notti flegeesi sapevano essere magiche, incantate, eterne, con il mare in lontananza che faceva giungere sul litorale il fruscio delle sue onde e l'odore di salsedine.
Le stelle apparivano come la cornice ideale per quel mondo, fatto, durante la notte, di luci soffuse, incerte, sfocate e distanti che sapevano dare a tutto un'immagine fiabesca e fatata.
Talvolta lungo l'orizzonte apparivano bagliori lontani, che poi, pian piano, sparivano nel nulla, come rapiti da chissà quale magia.
E nel fissarli Altea immaginava navi lontane, dirette chissà dove, destinando ai loro equipaggi avventure che lei poteva solo sognare.
Passata la notte, come spesso avviene, l'alba giunge e porta via i sogni più deboli, quelli che riteniamo destinati ad altri e non a noi, lasciando poi un senso di smarrimento e di vaga inquietudine.
Al mattino, come sempre, tutta la famiglia si riunì per la colazione, stavolta non in giardino ma in una luminosa veranda.
Poco dopo Hitiky avvertì che Lin era giunto.
Così, Altea e il suo maestro si ritirarono in biblioteca per studiare.
“Prima di cominciare la lezione” disse Lin alla ragazza “volevo scusarmi per il mio comportamento di ieri... sono stato davvero imperdonabile e vi chiedo scusa... vi prometto che non accadrà mai più...” la fissò “... posso sperare nel vostro perdono?” Sorrise. “Ma badate che non accetterò alcun rifiuto... anche perchè, per guadagnarmi il vostro perdono, mi sono permesso di farvi un piccolo regalo...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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