Seguii Musan oltre la porta, attraverso un corridoio e giù per un’angusta, buia ed umida rampa di scale... era una follia essere lì e lo sapevo: lì dove Musan aveva ogni potere ed io non ne avevo nessuno, lì dove mio padre non avrebbe mai potuto ritrovarmi tanto facilmente... quella parte di me ancora dominata dal buonsenso stava urlando forte... urlava che scappassi via, urlava di non approfondire oltre...
Ma io non le badavo: c’erano troppe cose che non mi quadravano in quella storia, troppi fatti non chiari, troppe coincidenze... le parole dello spagnolo continuavano a vorticarmi in mente ed io avevo la sgradavole sensazione che esse celassero qualcosa che però ancora mi sfuggiva... ed io volevo capire, sentivo l’esigenza di scoprire cos’era successo.
Giungemmo, infine, in una sorta di piccola cantina...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Qui, su una brandina e coperto da un lenzuolo, stava un corpo senza vita.
“Non sarà un bello spettacolo...” mormorò Musan “... ma mi avete chiesto voi di accontentarvi...” fece cenno al boia che era accanto alla brandina e questi tirò via il lenzuolo.
Il cadavere portava gli abiti che Passapour aveva indosso quando fu arrestato, presentava la sua stessa corporatura ed il suo volto era sfigurato al punto da essere irriconoscibile.
Un colpo di moschetto gli era infatti scoppiato in faccia.
“Ecco ciò che mi avete chiesto, Analopel...” disse Musan a Talia “... non è un bello spettacolo, ma siete stata voi a chiederlo...”
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I miei occhi scorsero quel corpo... gli stivali di pelle alti con la risvolta, i pantaloni larghi, la camicia dal taglio inglese... giunsi al volto quasi controvoglia, ma ciò che vidi non fu ciò che mi aspettavo: quell’uomo poteva essere Passapour, infatti, ma poteva anche non esserlo... e nonostante questo, l’orrore più cupo mi colse alla vista del sangue e di ciò che restava di quel poveretto...
Chiusi gli occhi... ma ciò non bastò a contenere l’orrore...
Mi voltai, quindi, e, senza una parola, mi precipitai fuori... sostai solo un attimo oltre la porta... ma tutto quello era decisamente troppo per me, mi mancava l’aria. Risalii, quindi, in fretta la scala fino a raggiungere il corridoio soprastante... e qui mi fermai, con la schiena contro il muro, gli occhi chiusi e la mani sul viso, inspirando il più profondamente che potevo l’aria fresca.