Il colonnello mi condusse nelle scuderie e mi mostrò un magnificio stallone bianco.
Lo osservai con gli occhi che brillavano, non avevo mai visto un cavallo così, abituata ai possenti cavalli nordici.
Il colonnello mi disse che era mio.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie, mi pareva di sognare.
Lo stallone, disse il colonnello, non era mai stato governato da nessuno fuori da un recinto e toccava a me cavalcarlo per la prima volta in uno spazio aperto.
La cosa non mi preoccupava, avevo imparato da schiava a trattare con i cavalli.
Mi avvicinai al cavallo e tesi la mano verso il suo muso. L'animale non si ritrasse e poi così stabilire un primo contatto con lui.
Presi gli abiti da Amazzone e corsi a cambiarmi.
Tornata poi nelle stalle, il cavallo era gia stato sellato con magnifici finimenti ed era pronto,agile e scattante, per la cavalcata.
Montai con un salto in groppa allo stallone e con un lieve tocco dei talloni partimmo.
Feci procedere l'animale al passo per qualche metro ma sentivo la sua impazienz di aumentare la velocità. Così, facevo un rumore con la lingua gli feci capire di cambiare passo. Lo stallone iniziò prima a trottare poi, dato che lo incitavo, si mise a galoppare in tutto il suo splendore.
Correndo, la sua criniera veniva mossa dal vento e il sole le dave dei particolari riflessi dorati.
Fu in quel momento, guardando il gioco di luce sul pelo del cavallo, che decisi il suo nome.
Gulltoppr, criniera dorata.
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