Talia non rispose nulla a Jamiel, che restò così a fissarla per alcuni istanti.
Il crepuscolo era ormai prossimo a svanire nell'imbrunire sempre più marcato, eppure chiaro di stelle grazie alla fresca brezza che soffiava dal mare.
La ragazza rientrò in casa, dove cenò con suo nonno ed i suoi genitori.
La serata trascorse così, con l'atmosfera pesante ed intrisa di inquietudine e forse di un pizzico di paura.
Anche la notte passò così, scura ed enigmatica, senza consiglio e senza sogni.
Solo la luce del faro, che dal promontorio scendeva ad illuminare il golfo di Las Baias, sembrava voler squarciare quelle mute tenebre, senza però riuscirvi.
Il mattino si presentò invece luminoso e animato dai vivaci rumori che salivano dal porto e dalla parte bassa di Las Baias.
Philip uscì molto presto, deciso, com'era, a voler coinvolgere i suoi potenti amici della Compagnia in quella situazione.
Ma nella tarda mattinata accadde qualche altra cosa.
Jamiel corse in casa tutto affannato e visibilmente preoccupato.
“Padrona...” disse ansimando alla madre di Talia “... ci sono nuovamente i soldati...”
Alcuni istanti dopo, i militari si presentarono a Talia e a sua madre.
Nella stanza vi era anche il vecchio Arkwin.
Il sergente li fissò e fece un passo avanti.
“Signora...” salutando Maria “... signorina...” poi Talia “... mi spiace giungere qui così... ma reco notizie poco piacevoli... il signor Passapour ieri è stato sottoposto ad un nuovo interrogatorio ed alla fine è crollato, confessando di essere lui il colpevole della strage di Balunga...”
Maria riuscì a stento a soffocare un grido.
“E nel confessare” continuò il sergente “ha ammesso che il mandante è stato... il signor Arkwin Van Johinson ... mi spiace...” avvicinandosi al vecchio “... dovete venire con noi, signore...”
E lo sguardo di Arkwin sembrò perdersi nel vuoto, inquieto, come chi sa di essere caduto in una trappola e non avere alcuna via d'uscita.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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