La Locanda pullulava di volti tutt'altro che raccomandabili.
L'ambiente sembrava animato da una variegata umanità e tutta appartenente alla peggior specie.
Bucanieri con un uncino al posto di una mano, filibustieri con una gamba di legno o guerci, pirati dal volto sfregiato e altri con tatuaggi diffusi in ogni parte del corpo.
E poi ancora prostitute, mendicanti, accattoni e persino rinnegati con indosso divise sgualcite o rammendate, appartenenti alla marina olandese, inglese o spagnola.
“Diavolo di una ragazza...” disse Giuff fissando Clio “... non hai peli sulla lingua, vero? Ma infondo è questo che mi piace di te. Sai cosa? Saresti una gran corsara!” E rise di gusto.
Chiamò allora il locandiere ed ordinò della birra per lei.
“Ora possiamo brindare...” fece Giuff “... brindiamo alla nostra fortuna, allora!”
Ma proprio in quel momento entrarono due uomini nella locanda e subito Clio li notò.
Ed uno dei due attirò subito la sua attenzione.
Nel locale c'era fumo e le luci non illuminavano abbastanza quello stanzone, eppure la ragazza sembrò riconoscere in lui qualcosa.
Qualcosa di familiare.
E ad un tratto, raggiungendo il bancone del locandiere, i due nuovi arrivati furono investiti subito dalla luce di una torcia e Clio vide più chiaramente il suo volto.
Sembrava Gurenaiz.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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