Cavaliere25 decise allora di arrampicarsi sul pennone di velaccio per prendere il ramaiolo e far bere quel marinaio malato.
Ma appena cominciato a salire, gli si avvicinò l'ufficiale Great.
“Marinaio, scendi subito da lì.” Disse. “Ci sono ordini precisi. Chi ha sete deve fare da sé. Su, torna subito al tuo posto di lavoro.” E si allontanò.
Allora, il marinaio malato di febbre, vista la situazione, decise di fare da sé.
“Se non beve impazzisco...” mormorò “... io ci provo...” e cominciò a salire sulle sartie per prendere il ramaiolo.
Intanto, sul ponte, il capitano Sumond era salito in coperta con i registri di navigazione.
“Signor Guisgard.” Chiamò il comandante. “Qui ci sono i registri di bordo... occorrono le firme di tutti gli ufficiali circa la distribuzione delle razioni ai marinai.”
Guisgard allora si avvicinò e guardò i registri.
“Io non firmo, signore.” Disse Guisgard, chiudendo i registri. “L'equipaggio non ha ricevuto queste razioni.”
“Andiamo, è una procedura sempre esistita.” Fece il capitano. “In ogni viaggio le razioni distribuite non sono mai pari a quelle segnate.”
“Si, è vero” replicò il tenente “ma si tratta generalmente di differenze comunque minime. Invece durante questo viaggio ai marinai sono state più che dimezzate le razioni di cibo e acqua. Ed io non firmo ciò che viene riportato da questi registri.”
“Ah, davvero?” Fissandolo Sumond. “E invece voi firmerete, signor Guisgard. Perchè sono io ad ordinarvelo. Firmate, è un ordine.”
Guisgard allora prese la penna e firmò.
“Chiamo però l'equipaggio a testimone...” disse il tenente “... che firmo sotto vostro ordine. Ma una volta terminato il viaggio chiederò all'ammiragliato l'apertura di un'indagine.”
“Cane ribelle.” Con disprezzo Sumond.
“Cosa avete detto?” Avvicinandosi a lui Guisgard. “Ritiratelo subito!” Mentre i marinai intorno a lui cercarono di calmarlo.
“Io non ritiro nulla.” Fissandolo il comandante. “Anzi, lo ripeto... siete un cane ribelle.”
Ma proprio in quel momento si udì un grido.
Era il marinaio malato di febbre che, per la debolezza, era precipitato dal pennone di velaccio, nel tentativo di prendere il ramaiolo.