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Vecchio 17-10-2012, 20.15.42   #364
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Talia uscì così in giardino in compagnia di Musan.
“Allora ditemi, Analopel...” disse lo spagnolo “... come vi trovate qui? L'Europa è molto diversa dalle Flegee... avete forse nostalgia dell'Olanda?”

Una meravigliosa quiete invadeva la baia e il crepuscolo stava sprofondando nel mare, mentre un sognante scurire cominciava pian piano a prendere piede.
Le prime stelle della sera già si affacciavano lungo l'orizzonte infinito e diffondevano sulla terra l'eterna magia dei loro raggi, mentre la scia della Luna nascente aveva appena tracciato una strada d'argento sulle acque calme del mare.
Talia avanzava nell'oscurità, avvicinandosi sempre più al mare.
“L'amore qualcuno dice sia solo fortuna...” all'improvviso una voce “... ma le fortune umane sono alterne e vanno e vengono... no, l'amore, quello vero, è eterno, al di là di tutto e tutti... no, l'amore non è fortuna, ma solo un privilegio...”
A quelle parole Talia si voltò e lo vide.
“Sei tornato!” Sorridendo lei e corse ad abbracciarlo.
“E' vero, sai?” Fece lui.
“Cosa?”
“Le stelle sono davvero tante, quasi infinite...” sussurrò lui “... le ho contate tutte, ogni notte sul ponte della nave... solo così potevo sperare che il tempo trascorresse presto...” la fissò “... sei sempre più bella, amore mio... mi hai pensato? Eh, ma non quanto me...”
“Hai il metro per giudicarlo, signor ufficiale?” Alzando un sopracciglio lei.
“Beh, allora dimmelo tu!”
“Cosa? che mi sei mancato?” Fissandolo lei.”Che mi sembra passato un secolo dall'ultimo nostro incontro e che, per tutto questo tempo, anche quando non potevo, correvo ad affacciarmi sul mare per vedere tornare la tua nave... e che di tanto in tanto chiedevo al nonno della posta, ma tanto non mi avevi scritto mai, così qualche volta l'ho fatto io, ed altre volte sono riuscita a trattenermi solo a fatica... cosa? Questo? E perché? Tanto non mi credi!”
“Perchè ti sei trattenuta dallo scrivermi?”
“Perchè forse scioccamente temevo di infastidirti, con tutte le tue mansioni a bordo...”
“Allora siamo stati sciocchi entrambi...”
“Vedi che abbiamo immaginato la stessa cosa?”
“Si...” sfiorandole il viso lui “... a bordo i marinai cantavano una canzone... ed ogni sua parola sembrava scritta per me... parlava della nostalgia verso la donna amata...”
“Vorrei ascoltarla...”
Ed insieme i due si incamminarono verso la riva, dove lui cantò a lei quella canzone, avendo come melodia lo scorrere dolce delle onde del mare...


“Eppure, questi luoghi, hanno un qualcosa di magico, nel loro essere primordiale...” aggiunse Musan, destando Talia da quell'antico ricordo “... non trovate, Analopel?”
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