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Vecchio 13-10-2012, 03.36.17   #296
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Cavaliere25 era deciso.
Voleva incontrare il capitano.
Si incamminò verso gli alloggi degli ufficiali, ma prima di arrivarci incontrò il suo amico Emas.
“Cavaliere25...” disse fissandolo “... cosa ci fai qui? Dove sei diretto?”



Nel frattempo, Austus era sul ponte, mentre il canto di alcuni marinai di vedetta si confondeva con il melodico scivolare delle onde del mare contro lo scafo della Santa Rita.
“Austus...” disse Guisgard avvicinandosi al Guardiamarina “... sei qui... cosa c'è? Nostalgia di casa?”
“Guisgard...” sorridendo Austus “... no, non è vera e propria nostalgia... non so, per me questo è il primo incarico su una nave e mi fa una strana sensazione sapere che mancherò da casa per molto tempo...” fissò le vele che si gonfiavano al vento “... ma mi piace tutto questo... notti così belle, la nave che scorre leggera sulle acque... e poi il canto di questi marinai... nulla può fiaccarli, poiché essi vivono per il mare...”
“Basta con questa lagna!” Urlò all'improvviso il capitano Sumond verso i marinai che cantavano, prima di scendere nella sua cabina. “Vi voglio vigili e silenziosi!” E si chiuse in cabina.
“Sembra far di tutto per avvilire l'equipaggio.” Scuotendo il capo Guisgard. “Forse detesta chi è felice...”
“Ma non può inaridire lo spirito di questi uomini.” Disse Austus. “Nemmeno con le frustate.” Fissò poi Guisgard. “Quel marinaio che lui ha fatto punire...”
“Parliamo d'altro, per favore.” Lo interruppe Guisgard. “E' il capitano e ogni nostro commento è del tutto superfluo.”
“Tu cosa pensi?”
“Cosa dovrei pensare?” Fissandolo Guisgard. “La mia opinione è del tutto irrilevante.”
“Parli da ufficiale, è naturale.” Mormorò il Guardiamarina. “E da uomo?”
“Se vuoi saperlo” rispose il tenente “come marinaio è un asso, ma come uomo è una frana. Sfortunatamente per noi dobbiamo attenerci al suo essere capitano.”
Austus sorrise.
“Perchè ti sei arruolato in marina, Guisgard?”
“E' difficile da dirsi...” fissando il mare e il cielo Guisgard “... forse per notti come queste, per le sensazioni che possono darti... forse per contare le infinite stelle di un simile cielo, o immaginare dove giunge la scia della Luna oltre l'orizzonte... a casa avevamo nell'androne un grosso dipinto... ricordo che vi era raffigurato un mare tempestoso ed una ragazza che da una scogliera guardava l'orizzonte... io restavo per ore a fissare quel quadro, chiedendomi chi fosse quella ragazza e chi stesse aspettando... forse suo padre, forse suo fratello... o magari il suo amato... e cercavo di figurarmi il suo ritorno ed il loro incontro...”

Quella voce proveniva dalla scogliera.
In principio gli era parso come il fruscio del mare, o il sibilo delicato del vento fra i fiori.
Ma poi si accorse che vi era un qualcosa di melodico e decise di seguirlo.
Vide allora la sagoma di una grande casa proprio a picco sul mare.
Si avvicinò, trovando come alleato il buio della sera e senza che nessuno lo vedesse arrivò sotto ad una piccola finestra illuminata.
Ora poteva udirla chiaramente: era la voce di una ragazza.
Guisgard allora sorrise e sedutosi restò ad ascoltarla.
Ad un tratto qualcuno si affacciò dalla finestra, forse per vedere il mare, o forse solo per assaporare la dolce aria di quella sera.
E guardando in giù quella ragazza si accorse di lui.
“Che bel cappellino, sir!” Esclamò divertita.
“Oh, cosa?” Fece Guisgard. “Ah, questo!” Togliendosi il basco. “Oh, è il basco che regolarmente indossano i cadetti Guardiamarina!”
“E di grazia” sorridendo lei “cosa cerca un futuro Guardiamarina sotto la mia finestra? Vi siete forse perso? Guardate che il mare è laggiù, non qui!”
“In verità...” alzandosi da terra Guisgard “... è stato un canto a condurmi qui...”
“Un canto?”
“Si...” annuì lui “... un canto meraviglioso ed una voce paradisiaca... ho creduto appartenesse ad una sirena, tanto era bello...”
“E cercate qui la vostra sirena?”
“Oh, no...” sorridendo lui “... l'avete detto voi poco fa, rammentate? Il mare è laggiù, non qui e le sirene vivono in acqua.”
“Già.”
“Mi sembra dunque ovvio che non era una sirena a cantare” disse lui “a meno che non abbia mutato la sua coda con un bel paio di gambe. Sapete, pare sia possibile? Usano fare così le sirene quando si innamorano di un uomo.”
“Mi spiace per voi, Guardiamarina...” fece lei “... ma qui non troverete sirene innamorate.”
“Beh, eppure qualcuno sarà pur stato a cantare” fissandola lui “e temo che non andrò via da qui fino a quando non avrò trovato quella voce. A chi potrebbe appartenere secondo voi?” Sorridendo lui.
“A mia nonna, milord!” Esclamò lei. “Era lei che cantava poco fa!”
“Allora potreste chiamarla, per favore?” Divertito lui. “Vorrei parlarle.”
“Per dirle cosa?”
“Che mi sono perdutamente e irrimediabilmente innamorato di lei...” facendole l'occhiolino lui.
“Milord, io non so che razza di ufficiale voi siate” scuotendo il capo lei “ma posso dirvi che siete un valente Don Giovanni. E con questo vi auguro una serena notte!”


“Già, il loro incontro...” sussurrò Guisgard, mentre il vento sembrava portarsi via quel lontano ricordo “... e non riesco ad immaginare, stanotte come allora, una fortuna più grande di trovare quella ragazza ad attendere il mio ritorno...” e fissò il luccichio, lontano e sognante, di tutte quelle infinite stelle che animavo quello sterminato cielo sul mare.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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