“Eh, immagino...” disse con un sorriso, molto più simile ad un ghigno, l'ammiraglio, per poi distogliere lo sguardo da Talia e sorseggiare un po' di quel caratteristico liquore “... del resto, la villa che la Compagnia ha destinato al suo uomo più importante deve essere degna di tale prestigio e bellezza.” Fissò poi il governatore. “Quasi mi chiedo, eccellenza, quale sia più adatta ad un capo, tra quella villa e questo palazzo.”
Il governatore lo guardò perplesso.
“Andiamo, sto scherzando, eccellenza.” Sorridendo l'ammiraglio. “Dopotutto, un capo commerciale è cosa be diversa da un capo militare... il primo lavora con trattati e merci... mentre il secondo con navi e cannoni... e se i trattati e le merci si adoperano fra amici, è con navi e cannoni che si tratta con i nemici...”
“Mi spiace dirlo” alzandosi Philip “ma temo che sia ora di andare per noi, eccellenza.”
“Oh, mi spiace.” Alzandosi anche il governatore. “Il tempo vola quando si è in piacevole compagnia. Ma ritenetevi miei ospiti per una di queste sere, amico mio.” E ordinò ad un servo di accompagnare alla carrozza i suoi ospiti.
“Rammenterò” fece l'ammiraglio fissando Talia “di venire a vedere quel meraviglioso panorama che si può ammirare da casa vostra, signorina.”
Poco dopo, Philip e la sua famiglia lasciarono il palazzo del governatore.
Il suo sguardo era pensieroso e l'espressione del volto molto tesa.
E per tutto il tragitto non disse nulla.
Giunti a casa, subito il padre di Jamiel andò loro incontro.
“Padrone...” disse il servo “... è giunta questa per voi...” consegnandogli una lettera.
Philip la prese e cominciò a leggerla.
E ad un tratto sbiancò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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