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Vecchio 12-09-2012, 02.35.37   #15
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Immaginate una strada racchiusa, su un lato, da scogliere alte e lussureggianti che finiscono a strapiombo presso un'insenatura naturale e dal mare sul lato opposto.
Un mare sconfinato, misterioso, chiaro dello scintillio delle stelle e segnato dalla sognante scia della Luna sulle sue acque.
Attorno a voi un silenzio quasi surreale, rotto solamente dal melodico rumore delle onde che vengono ad infrangersi dolcemente sugli scogli, accarezzando e cullando le barche custodite nel piccolo molo.
Il mare di notte possiede una primordiale melanconia, un'ammaliante mestizia, forse nata dai canti dei navigatori e dai racconti dei pescatori.
Ad un certo punto, quando la strada mostra una piccola rientranza, si vede una locanda.
Sull'insegna, lasciata cigolare al vento che soffia dal mare, ingiallita dal caldo Sole di queste terre e consumata dalla salsedine portata dagli spruzzi delle onde, si può leggere la scritta “Puerto Baias”.
Un'ancora ed un timone, sui lati opposti della porta, fanno bella mostra, forse per attirare i marinai o tutti coloro che, giungendo sul molo, cercano lavoro su una delle imbarcazioni che di tanto in tanto si fermano per fare rifornimento.
Quante navi ho visto attraversare il mare dalle finestre di quella locanda.
Fregate armate con mortai puntati verso la costa e bandiere al vento; galeoni tanto carichi da sembrare sul punto d'affondare, vascelli con le vele gonfie da far scricchiolare persino l'albero maestro.
E poi ancora agili e leggere galee, velieri segnati dal salmastro lungo lo scafo e bastimenti battenti bandiere dagli esotici e sconosciuti disegni.
E fu in una notte come questa, muta e indifferente, che udii parlare per la prima volta dell'ultimo e maledetto viaggio della “Queen Lilla's Revenge”, l'invincibile vascello dai sessanta cannoni del folle corsaro Capitan Lanzaras.
Di come salpò da una misteriosa e sconosciuta isola, per poi lanciarsi nel suo ultimo viaggio.
Un viaggio che portò il malvagio corsaro ed il suo equipaggio verso una terribile fine.
Ora solo gli abissi custodiscono tutto questo.
La dannazione ed il tormento di quegli uomini senza più anima e soprattutto l'ubicazione del leggendario tesoro di Capitan Lanzaras...

Questa storia raccontava sempre quel vecchio dallo sguardo spiritato e dall'espressione incerta.
La raccontava di continuo, anche più volte al giorno, appena vedeva riempirsi la locanda di nuovi clienti.
Ed ogni volta che la raccontava, si guadagnava da bere.
Quel vecchio era una specie di attrazione per quel posto, anche se poi, tristemente, restava in silenzio quando si accorgeva che le sue parole riuscivano solo a strappare sorrisi e battute ai frequentatori della locanda.
Ma quando raccontò per l'ennesima volta quella sua storia, io, incuriosito, mi avvicinai chiedendogli il nome.
“Quando racconterai a qualcuno questa leggenda” mi disse “dì che l'hai udita da un gentiluomo di fortuna veramente esistito...” e mi sorrise.
“Esiste davvero quel tesoro?” Domandai.
“Certo!” Esclamò lui. “Ma per trovarlo dovrai diventare un vero cercatore di tesori, ragazzo mio!”
Io lo ascoltavo rapito.
"Perchè vuoi trovare quel tesoro?"
"Perchè" di getto io "l'ho promesso ad una ragazza... perchè è l'unico pegno che valga anche uno solo dei suoi pensieri..."
"E' bella?" sorridendomi nuovamente lui.
"Oh..." sussurrai "... è la più bella mai esistita..."
“Conosci il manuale del cercatore di tesori?”
Scossi la testa.
“Allena le braccia...” continuò “... servono per scavare e non dimenticare di imparare a nuotare sott'acqua, ti servirà. Abituati a dormire all'aria aperta e sulla nuda terra, poiché ti capiterà spesso... studia poi le lingue, specialmente inglese e spagnolo, senza trascurare le grafie antiche e la crittografia... ricorda anche che adoperare la bussola, saper leggere e tracciare una mappa sono abilità fondamentali per cercare un tesoro senza perdersi... e infine, non perdere mai l'allegria e la speranza, ma soprattutto devi essere dotato di una grande immaginazione, di una sconfinata fantasia e di una voglia di sognare fuori dal comune, altrimenti, ragazzo mio, non troverai mai nessun tesoro!” Rise e buttò giù l'ultimo sorso del suo boccale.
Si alzò ed uscì dalla locanda, per poi svanire, un momento dopo, tra il sibilo del vento, il rumore delle onde e l'eco lasciato da quella leggenda...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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