Mio buon bardo ed amico, la mia terra è nobile ed antica e ha conosciuto nei secoli potenti dominazioni, raccontate oggi in miti e leggende.
Ma sempre in quei racconti, siano essi sanniti, latini o normanni, l'Autunno non è mai stato nemico o portatore di decadenza.
Al contrario, invece, esso rappresenta la Natura che concepisce i suoi nuovi frutti che poi vedranno la luce con la Primavera.
Il mondo, insomma, in Autunno getta le basi per rinascere e toccherà poi al maestoso Inverno il compito di conservarlo fino all'avvento della bella stagione dei fiori nuovi.
Le attese piogge ridaranno vita alla terra mortificata e resa arida dagli inclementi mesi estivi e i venti nuovi scacceranno dal cielo l'afa e la calura che opprime.
Le stelle torneranno a brillare nelle fresche sere, suggerendo ed ispirando innamorati ed amanti, mentre i colori dei meli ormai maturi e l'odore delle castagne calde impreziosiranno le belle giornate oramai non più oppresse dall'umidità.
Perdonatemi allora se non comprendo il vostro malinconico canto, amico mio.
Anzi, direi invece di aprire le porte e i cuori a questa nuova stagione, libera finalmente dall'opprimente Estate e speriamo musa di nuove e meravigliose emozioni