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Vecchio 03-08-2012, 19.34.53   #2987
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Voci confuse, timorose, egoiste, indifferenti, vigliacche.
Tutte queste voci circondavano Talia, che però sembrava distante da quel luogo.
Lontana da tutti loro e forse anche dalle sue paure.
Nella sua mente correvano le immagini confuse che aveva ricostruito.
E quell'ultimo gemito di Sheylon.
Ma a scuoterla da tutto ciò, ci pensarono le forti braccia dei soldati.
Si divisero in due gruppi.
Uno portò Iwan ormai moribondo nel bosco, l'altro prese Talia e galoppò verso la città.
La ragazza era cosciente e sentì ogni cosa.
Attraversarono la Città Bassa, fino a giungere presso le mura che delimitavano il confine tra quella e la Città Alta.
Talia sentì il suono del corno di quei soldati e poi un clangore quasi assordante, come se qualcosa di metallico ed infinitamente pesante cominciasse ad azionarsi.
Di nuovo i cavalli ripresero a correre e attraversarono l'ingresso della città.
Qui galopparono fino alle prigioni, dove Talia fu trascinata.
“Galep...” disse il soldato che la teneva ferma “... presto, apri una cella!”
Galep si avvicinò ed obbedì.
Talia allora fu rinchiusa in quella cella.
“Cosa ha fatto?” Chiese il carceriere.
“E' una ladra” rispose il soldato “e ha insultato un ufficiale. Pare sia una strega!”
“Che l'Inferno mi inghiotta!” Esclamò Galep.
“Dicono conosca oscure formule per causare la pesta, la lebbra e la malaria.” Fissandolo il soldato.
“E non potevate bruciarla” mormorò Galep “invece di portarla qui?”
“Strappale la lingua.” Disse il soldato. “E vedrai che sarà innocua.”
“Si, farò cosi!” Annuì il carceriere.
Intanto, Guisgard, Sangò e Umans, raggiunta la Città Bassa, si ritrovarono davanti ad un pittoresco edificio.
“Ninfale Gioioso...” disse Guisgard leggendo l'insegna in bella mostra.
“Eccoci giunti.” Fece Umans.
I tre entrarono e subito furono avvolti dall'atmosfera di quel luogo.
Ragazze abbigliate in modo esotico, altre in modo picaresco, altre ancora solo appena coperte da pochi veli.
Ovunque dominava una leggera e soffusa musica, mentre l'aria era inebriata da una forte essenza sconosciuta.
Una donna allora si avvicinò ai tre.
“Come posso servirvi?” Chiese.
“Ci occorre una ragazza.” Rispose Umans. “Una ragazza però particolare...”
“Una ragazza?” Ripetè la donna. “Una sola per tutti e tre, miei signori?”
“Oh, no!” Ridendo Umans. “No, una soltanto per il nostro amico qui!” Indicando Guisgard.
“Dicevate una ragazza particolare?”
“Si...” annuì Umans “... vedete, il nostro amico è innamorato perso di una certa dama... e quindi stanotte vuole, diciamo, sentirsi vicino alla sua amata...”
“Comprendo...” sorridendo la donna “... e come deve essere questa ragazza?”
“Avanti, spiegalo tu alla nostra madama!”
“Si, ecco...” mormorò Guisgard “... deve essere bionda... e con la pelle chiara...”
“Vedrò di non deludervi...” disse la donna, per poi accompagnare Guisgard in una stanza.
Il cavaliere allora cominciò a passeggiare in maniera nervosa su e giù per quella camera.
Ad un tratto la porta si aprì ed una figura entrò.
Era coperta solo da un lungo velo, che dal capo toccava fino a terra.
“Sono qui, mio signore...” disse lei.
“No, ti prego...” fece lui “... non chiamarmi così...”
“Come desideri...” sussurrò lei “... vuoi che ti lavi prima? O vuoi lavare prima me?”
“No...” sorridendo Guisgard “... in verità... io voglio portarti con me... in un luogo...”
“Perchè?”
“Perchè...” mormorò lui “... va bene, sarò sincero... voglio che tu finga di essere qualcun'altra... devono crederti un'altra ragazza...”
“Perchè?”
“Perchè devo salvarla...”
“Da chi?”
“Dai soldati di questa città.” Rispose lui.
“Ne sei innamorato?”
“Si...” sussurrò lui.
“E credi che io possa sostituirla?”
“No, nessuno può...” fece lui “... ma col favore delle tenebre, magari...”
“Non vuoi vedere neanche il mio volto, cavaliere?” E cominciò a togliersi il velo, fino a mostrare il suo viso.
“Talia!” Gridò Guisgard davanti a quel volto. “Talia, cosa ci fai qui?” Fissandola incredulo lui.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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