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Vecchio 24-07-2012, 17.45.03   #2868
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard si alzò da terra e si avvicinò ad una fontana, cominciando poi a lavarsi il viso e a bagnarsi i capelli.
A lui e a Talia si avvicinò anche Sangò.
“Sto bene...” disse tossendo “... sto bene, tranquilli... è arrivato a colpirmi solo un paio di volte allo stomaco... ma chi era quel dannato?”
“Sono i soldati di Gioia Antica...” spiegò il menestrello “... meglio non mettersi contro di loro... sono il braccio armato del potere monarchico di questa città...”
“Non preoccuparti, Talia...” rivolgendosi Guisgard alla ragazza “... va tutto bene...” accennò un sorriso “... e non è affatto colpa tua, sciocchina...” sorridendole.
“Si, forse sarà meglio tornare alla locanda.” Disse Sangò. “Così potrete riposarvi, amico mio. E nel frattempo la calma tornerà in città... lasciate passare un po' di tempo e quei soldati si dimenticheranno dell'accaduto... del resto la città è sterminata...”
Guisgard annuì e i tre ritornarono alla locanda.
“Bontà Divina!” Esclamò la locandiera nel vedere Guisgard così malconcio. “Cosa vi è capitato? Quel livido sullo zigomo fa paura!”
“Un livido?” Ripeté Guisgard. “Dove? Sullo zigomo? Ah, no... accidenti!” E corse davanti allo specchio.
“Su, sedetevi...” fece la locandiera “... un po' di questo unguento e la vostra faccia, tra un giorno o due, tornerà come prima...”
E finito di medicarlo, la locandiera consigliò al cavaliere di tornare nella sua stanza e riposare.
Guisgard e Talia, così, risalirono nella loro camera.
Il cavaliere si stese sul letto e prese la sua ocarina.
“Sei ancora spaventata, Talia?” Chiese alla ragazza. “Ora è tutto passato... ormai neanche avverto più il dolore...” fissò poi la rosa che ancora era fra i suoi capelli “... e comunque i suoi segni sono quasi spariti dalla mia faccia... a differenza invece dei tuoi capelli...” e cominciò a suonare la sua ocarina.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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