A quelle parole di Altea, Acerno restò turbato.
“Si, avete ragione...” disse “... mio figlio non è morto e non deve riposare in una sorta di mausoleo... venite con me.”
E si diresse nella stanza dove dormiva il piccolo principe.
Qui, tolse il velo bianco dal corpicino del bambino ed aprì le finestre, permettendo così alla luce di entrare e squarciare il funereo buio che avvolgeva ogni cosa.
In quel momento accorse Armelia.
“Cosa stai facendo?”
“Mio figlio non è morto” fissandola il re “e questa non è una veglia funebre.”
“La luce gli farà male!”
“E chi ha detto questo?” Chiese il re.
“Il maestro Mizasar!” Rispose Armelia.
“Non capisci che quell'uomo è un imbroglione?”
“Lui è l'unico che può salvare il mio bambino!”
Il re le si avvicinò, afferrandola per le braccia, tentando di farla ragionare, ma la donna non volle sentire ragioni.
Sulla soglia, standosene in disparte, Mizasar osservò tutta quella scena, per poi andare via, senza tradire mai la sua presenza.
Poco dopo arrivò anche Fyellon.
“Altea, vi sto aspettando da un po'...” disse “... perchè continuate a ritardare la nostra partenza? Non ricordate più? Abbiamo solo pochi giorni per trovare quell'erba e portarla qui...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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