Elisabeth corse davanti a quella porta e subito la musica cessò di colpo.
“Musica? Io non ho sentito nulla, milady.” Disse il servitore. “Forse sarà stato il canto di qualche animale notturno a confondervi. O forse è solo la stanchezza per il vostro cammino attraverso la selva. Venite, vi riaccompagnerò nella vostra stanza. Domattina potrete conoscere il mio padrone. Ora egli dorme e non ama essere disturbato...” e fece cenno di seguirlo. “Più presto vi addormenterete e più presto giungerà il nuovo giorno, quando cioè il mio padrone si mostrerà a tutti voi.” E condusse Elisabeth nella sua stanza.
E dall'altra parte del corridoio, ben celata dall'oscurità della notte, simile ad una impenetrabile prigione, una misteriosa figura, col volto coperto da una maschera, osservava Elisabeth andare via col servitore.