Questa mattina mi sono destato con un'insensata voglia di fanciullezza come se la stagione del grano avesse portato attraverso le sue spighe dorate ricordi campestri di una vita semplice, amata e veramente vissuta tanti anni fa...
L'aurora non si era ancora incontrata con il tramonto e il satellite guardiano, vegliava ancora sulla quiete degli sipriti della notte e sugli abitanti del piccolo popolo addormentato dentro le case ancora assopite...
Ad oriente, lungo il dirupo del grande vulcano spento, un primo raggio di fuoco indorava la vallata rigogliosa di tralci di viti acerbe, ed una rugiada fuori dal tempo bagnava i pochi campi ancora coltivati e le dissestate strade secondarie che percorrevano l'orgogliosa orma di un impero oramai decaduto...
Il sentiero appariva ai miei passi molto familiare e la destrezza nel muovermi tra rovi e rose selvatiche, era stupefacente, come se non fossi mai andato via, come quando da bambino, con l'abbecedario,il calamio e le ginocchia scrostate dai divini giochi fanciulli, percorrevo l'angusta salita...
D'improvviso, in alto nell'aria, mi è parso di sentire il rintocco del triangolo arrugginito, ed il vociare della vecchia maestra che invitava ad entrare nella stanza del sapere, mentre in quell'istante ogni pensiero veniva abbandonato per fuggire al presente ed immergersi nella sospirata sete di consocenza...
Tutto era rimasto come allora...
Tra le mura dirute della vecchia scuola, una stanza ricavata da una stalla dove ancora era presente l'odore degli animali, c'era ancora la consunta lavagna sporcata dal gesso bianco e lo straccio annerito per cancellare...
Poco distante piccoli banchi di legno di castagno, imperfetti ed anneriti dallo scorrere del tempo, e sullo sfondo dei questa benedizione, incastonato in una breccia sul muro, il mio riflesso bambino e quello dei miei compagni sorridenti, oggi polvere nella polvere dei ricordi...
Non so per quale motivo ancestrale ho voluto inserire questo mio "ricordo campetre" tra le ingioiellate pagine di questa moderna virtualità separando quel tempo da questo passaggio così distante anche nella mera e sospirata interpretazione, forse per ritrovare attraverso gli occhi attenti di questi Giovani Viandanti, il riflesso di quei sorrisi, così veri e così diversi tanto da poterli nuovamente abbracciare...
Buon Mattino Camelot, la Patria della Cavaleria...
Taliesin,l il bardo
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