Uscimmo in fretta dalla chiesa e subito riprendemmo la strada che conduceva verso nord... ero ancora scossa e il pensiero di quella chiesa, di quel ritratto ripetuto mille volte sulle pareti e poi scomparso, di quella visione continuava a tormentarmi... sentivo che c’era un messaggio celato in tutto questo... sentivo che tutto ciò che avevo visto e sentito lì era come un insieme di segnali... eppure non riuscivo a decifrarli, non riuscivo a comprendere in pieno cosa vi fosse celato dietro a tutto ciò... tutto sembrava condurmi verso quella misteriosa profezia ed incontro a quella maledizione dal nome tanto insolito di Gioia... ma cosa diceva quella profezia ancora non ero riuscita a scoprirlo, né sapevo cosa in definitiva fosse la Gioia... e, sopra a tutti questi dubbi ed incertezze, una domanda si faceva brutalmente strada tra i miei pensieri: perché io? Perché tutto ciò era stato mandato proprio a me?
La strada procedeva tortuosa e sconnessa, intanto... anche Guisgard era pensieroso, lo sentivo... eppure non osai chiedergli niente... pensai che probabilmente i suoi pensieri erano rivolti a problemi di natura totalmente diversa dai miei, ma di certo non meno pressante.
Incontrammo delle persone lungo la strada, ma stranamente sembravano essere tutti troppo occupati o avere troppa fretta anche solo per darci un’informazione... la Festa del Grano, la processione del Santo Patrono... non ero riuscita a cogliere neanche il nome del santo che si festeggiava e questo, per qualche strana ragione, mi causò un leggero senso di disagio... e poi perché nessuno era disposto a fermarsi neanche per un istante?
Infine raggiungemmo una zona in cui la strada si faceva più pianeggiante e qui, proprio in prossimità di un’ampia curva, sorgeva un pozzo.
Guisgard decise di fermarsi ed io ne fui sollevata poiché iniziavo ad essere stanca... così smontai da cavallo...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Colse allora dell'uva bianca da una vite e ne offrì a Talia.
“Mangiala, è molto dolce...” le sussurrò.
Poi, voltandosi, vide un uomo accanto al pozzo.
“Scusatemi...” avvicinandosi il cavaliere “... vorrei chiedervi dove conduce questa strada?”
“Tornate indietro...” fece quell'uomo.
“Non possiamo...”
“Oltre è pericoloso...” disse l'uomo “... meglio tornare indietro, dove la terra è conosciuta...”
“Perchè, cosa c'è alla fine di questa strada?”
“Una città perduta” rispose l'uomo “che molti hanno cercato, ma che nessuno è tornato mai per descrivere...”
“Che città?”
“Gioia Antica...” fissandolo l'uomo “... la Città degli Opposti... vi regna una regina... ella è bellissima, ma ama solo l'Arciduca e per voi non avrebbe pietà...”
Guisgard allora si voltò a fissare la strada davanti a loro.
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Sentii chiaro e forte il dubbio sorgere nella mente di Guisgard a quelle parole dell’uomo... eravamo inseguiti e non potevamo tornare indietro, ma se procedere si fosse rivelato davvero altrettanto pericoloso?
Eppure, a mio parere, non avevamo scelta: i Cavalieri della Luna Nascente erano una certezza dietro di noi, il pericolo in quella città di fronte a noi invece era solo una possibilità.
“Gioia Antica...” dissi all’improvviso, come destandomi da quei pensieri “Un nome particolare! E’ davvero insolito scoprire quanti e quanti luoghi, in questa zona, riportino la parola ‘Gioia’...”
Tacqui per un istante, poi, senza attendere la risposta dell’uomo, soggiunsi: “Come mai la definite ‘La Città degli Opposti’, signore?”