“Non troverete nulla, milady...” disse Acerno ad Altea “... il serpente l'ho ridotto in brandelli, per poi farne cenere... e quella ho seppellito sotto quel piccolo tumulo... venite, usciamo da questo posto...”
Tornò sulle rocce per poi gettarsi in acqua e cominciare a nuotare.
“Gettatevi in acqua, milady...” fece il re “... vi farà dimenticare questa insopportabile calura...”
Finito di nuotare, raggiunse la sponda opposta e si stese al Sole.
“Vi consiglio” mormorò il re “di mettervi al Sole, o quei vestiti non vi si asciugheranno... e chissà poi a corte cosa penseranno!” E scoppiò a ridere.
Poi tornò serio di colpo.
“E' inutile...” disse fissando il cielo “... nessuno sa come risvegliare nostro figlio...”
Ad un tratto, in groppa ad un asino, arrivò un servitore del re.
“Maestà!” Gridò. “Presto, dovete subito tornare al castello!”
“E giungi così, senza annunciarti, lazzarone?” Ridendo il re. “Magari potevi interrompere la nostra intimità!” Voltandosi a fissare Altea. “Avanti, cos'hai da strillare tanto?” Tornando a guardare il servo.
“Dovete tornare subito al castello...” agitato il servo “... lady Armelia ha fatto chiamare nuovamente Mizasar per tentare di risvegliare il principino...”
A quelle parole, Acernò si alzò di colpo, con lo sguardo inquieto e i pugni serrati per la rabbia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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