Mentre Altea era in quelle acque, presa da pensieri e inquietudini, Acerno le si avvicinò alle spalle.
“Allora” disse “Tylesia non è un posto piacevole, visto che non si può godere dei piaceri che offre la vita... e voi? Voi ne godete, milady?”
Poi, d'un tratto, prese in braccio Altea e cominciò a camminare tra le acque di quel fiumiciattolo.
Raggiunsero così le rocce che stavano dall'altra parte del fiume, con le acque che arrivavano ormai al petto di lui.
Acerno allora lasciò Altea, con i vestiti ormai completamente bagnati, sulle pietre umide e con le mani libere salì anch'egli su quelle rocce.
Qui vi era un piccolo antro, con un mucchietto di terra addensata.
“Mi chiedevate di mio figlio, no?” Fissando la ragazza. “Ecco, qui è stato morso da quel serpente... ed è sotto quel mucchio di terra che ho poi deciso di sotterrarlo, dopo averlo fatto a pezzi con le mie stesse mani...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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