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Vecchio 07-07-2012, 02.34.44   #2682
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard fissò prima Talia, poi la chiesa.
“No, affatto...” disse alla ragazza “... la chiesa sembrava nel pieno della sua costruzione e l'odore della malta, dello stucco e della pittura era ancora molto forte... nelle navate laterali, poi, c'erano ancora le impalcature che salivano fino alle arcate... e poi, se rammenti, il maestro dei ritratti è sparito in quella botola, dicendoci che aveva altri lavori da compiere nella cripta...”
“Ma di cosa state parlando?” Fissandoli il contadino. “Quella chiesa è come se fosse abbandonata!”
Guisgard tornò a guardare Talia, per poi, dopo alcuni istanti, scuotere con decisione il capo.
“Abbiamo la possibilità di dare una risposta a tutti i nostri dubbi...” mormorò “... basta tornare in quella chiesa... e voi verrete con noi.” Rivolgendosi poi al contadino.
“Io?” Stupito questi. “Non ci pensa affatto a scendere da quest'albero! Non con quella bestiaccia ancora in libertà!” Indicando Sheylon, che nel frattempo si era accucciato accanto a Peogora e a Luthien.
“Non siate ridicolo!” Esclamò il cavaliere. “La mia tigre neanche si ricorda più di voi!” E prendendolo per una gamba, lo tirò giù dall'albero.
“Ma che modi sono questi!” Gridò il contadino. “Cosa diamine volete da me?”
“Condurvi con noi in quella chiesa.” Disse Guisgard.
“Giammai!” Esclamò il villano. “Ho i miei affari a cui badare!”
“Come volete...” fece Guisgard, prendendo poi la mano di Talia “... vi lasciamo allora in compagnia della nostra tigre...” e si avviarono verso la chiesa.
A quelle parole, Sheylon alzò la testa e fissò i tre.
“Accidenti...” mormorò il contadino, per poi seguire i due fino al portico del sacro edificio.
La porta era però chiusa e allora Guisgard decise di aprirla da sé.
Estrasse il suo pugnale e sbloccò la serratura.
Aprì così la porta e i tre si ritrovarono all'interno della chiesa.

Talia era appena entrata, quando udì dei rumori alla sua sinistra.
Provenivano dal confessionale che stava nella navata.
E da esso uscì una figura, altera, solenne e nello stesso tempo avvolta da una mistica inquietudine.
Un velo celava il suo volto e nelle mani stringeva un Rosario.

Un attimo durò quella visione.
Poi Talia avvertì la mano di Guisgard stringersi, per un momento, con ancora più forza attorno alla sua, destandola definitivamente da quell'apparizione.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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