In verità, permettetemi, non ho mai usato la parola “infelice”, grazie a Dio, quando ho elencato le mie carenze, amico mio
E tornando a noi, sir Morris, l'avete detto voi: siete, tra le altre cose, un illuminato, dunque diverso, unico, inarrivabile.
In una parola: un genio.
E la storia (quella che voi bistrattate tanto) ci insegna che i geni sono destinati a non essere compresi o apprezzati dai loro simili, proprio perché troppo avanti.
Il genio deve seguire sempre il primo istinto, il primo impulso e il primo slancio, poiché non è razionalità, ma solo ispirazione nella sua forma più pura e alta.
Quindi comprendo il perchè voi scrivete, parlate e probabilmente pensate di getto.
E' appunto una caratteristica dei geni.
Perdonatemi dunque, ancora una volta, se ho cercato di tramutare in logicità, razionalità e coerenza quanto detto fino ad ora tra noi.
Ora il Primo Cavaliere seguirà il vostro consiglio (del resto siete sempre il mio maestro!) e andrà a riposarsi, altrimenti finirà per prendersi troppo sul serio.
E non vorrei mai annoverare tra tutte le mie ormai famose carenze, anche quella di diventare ridicolo...
Di nuovo i miei omaggi, sir Morris