Le parole dell’uomo mi colpirono...
aveva detto che talvolta è meglio non conoscere...
aveva detto che talvolta conveniva passare oltre per preservarsi da molti mali...
Ne fui stupita.
Ma io difficilmente potevo passare oltre... a me raramente era dato di ignorare un segno... ed era stato ben più di un solo segno a portarci lì...
Sospirai.
E tuttavia Guisgard non era disposto a sopportare oltre... lo sapevo, lo sentivo... sentivo il suo cuore battere forte e la preoccupazione crescere...
Per Guisgard, dopotutto, i Cavalieri della Luna Nascente erano tutto ciò di cui ci dovevamo preoccupare, tutto ciò che ci minacciava... io sapevo che questo era ciò che pensava, sapevo che questo pensiero lo tormentava... eppure c’erano tante cose ben più spaventose, cose che potevano inseguirci ben oltre e ben più lontano dei Cavalieri, e con assai maggior costanza.
Ad un tratto, poi, lui prese la mia mano e si avviò verso la porta...
Facemmo qualche passo... la mia mente lavorava frenetica... sogni, visioni, profezie... il Belvedere e Faycus... la duchessa e la ragazza misteriosa... Andros e Chymela... il libretto e la collana...
“Guisgard...” dissi, fermandomi e trattenendo la sua mano “Guisgard... aspetta. Ti prego!”
Sospirai, cercando le parole per spiegarmi... stringevo convulsamente la sua mano e mi ero avvicinata così tanto che quando tornai a parlare fu solo in un sussurro lievissimo...
“Vedi... quello che è in palio è qualche cosa di molto grande... molto più grande e più importante di me, di ciò che sono e di ciò che vedo...”
Esitai... abbassai appena gli occhi, poi li riportai su di lui...
“Guisgard, ascolta... io vorrei semplicemente fuggire. Lo vorrei davvero! Vorrei potermi nascondere con te e non curarmi più di niente... ma non posso! Non ancora! Non posso perché quello che vedo, quello che sono, continuerà ad inseguirmi... e combattere, combattere questo, non ha senso! Perciò ti prego... ti chiedo solo di fidarti di me!”
Per qualche attimo fu il silenzio... sentivo gli occhi di Guisgard su di me... era combattuto, lo sapevo. Sorrisi, dunque, e sollevai una mano a carezzargli piano il viso...
“Ora...” mormorai “Ora vorrei che mi dicessi che cosa vedi in questa chiesa... perché ti ha tanto meravigliato... ti prego, dimmelo... vuoi?”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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