Calde e tenere lacrime scendevano sulle guance di Talia, sulle quali il vento aveva soffiato i suoi lunghi capelli chiari, come pendagli dorati e tintinnanti, che finivano per avvolgere e carezzare anche il volto di Guisgard.
Erano stretti l'uno all'altra, con le mani di lei attorno alle spalle di lui e le sue a cingere i fianchi della ragazza.
Il cavaliere la stringeva a sé, come a voler impedire al vento di portarla di nuovo via da lui.
Le sue mani scivolavano lungo la schiena di lei, quasi incredulo di averla ritrovata di nuovo, quasi a volersi convincere che ella era proprio lì, stretta fra le sue braccia.
E poi, d'un tratto, tanto improvviso quanto desiderato, ambito, sospirato, sognato, quel bacio.
Lei sollevò il viso piano, delicatamente, quasi seguendo un sospiro fino a raggiungere il volto e poi la bocca di lui, per poi posarsi dolcemente sulle sue labbra.
Quel bacio, così, li unì.
Li unì l'uno all'altra per un tempo indefinito.
Un bacio caldo e profondo, ardente e passionale.
Guisgard si abbandonò a quell'infinito sospiro che mutò più volte in sensazioni ed emozioni sempre diverse e sconosciute.
Le labbra di Talia erano morbide e vellutate, vergini di sensi ed estasi mai provate.
E su quelle labbra Guisgard avrebbe voluto perdersi, annientarsi, morire e rinascere mille volte.
Il suo sapore, il suo profumo, i suoi colori.
Tutto di lei era racchiuso in quel bacio, attraverso il quale lui la sentiva sbocciare e aprirsi come un fiore.
I loro occhi non si schiusero mai, durante quel dolce contatto.
Poi le loro labbra si separarono e Guisgard strinse sul suo volto quello di Talia.
“Vita mia...” disse in un sussurro “... ho temuto di non rivederti... di averti persa per sempre... e mi sentivo come impazzire...” poi i suoi occhi cercarono quelli di lei “... ora fuggiremo... ti porterò lontano e nessuno ci troverà mai...” asciugandole le lacrime e scostando con una carezza i lunghi capelli bagnati dal suo viso.
In quel momento si avvertì il lento procedere di due cavalli.
Umans avanzò verso di loro di qualche passo, per poi arrestarsi, come a non volersi avvicinare troppo.
“Bisogna partire subito, fratello...” mormorò “... non c'è molto tempo...”