Era Mezzogiorno e l'oste portò del cibo al menestrello.
Questi posò a terra il suo strumento e cominciò a mangiare.
Nel cortile, invece, davanti a quella nuova interruzione, Guisgard cominciò a sbraitare ancora una volta.
“E' incredibile...” disse “... fra tutti i mendicanti, pezzenti ed accattoni del mondo quel menestrello non troverebbe nessuno al suo pari... di questo passo quel tipo prolungherà il suo racconto fino a confonderlo con l'Iliade e l'Odissea, pur di tenerci tutti incollati qui... ed è ovvio... più dura la sua storia, più gli danno da mangiare!”
“Volete darvi una calmata?” Fissandolo Umans. “Non vi basta essere stato messo alla porta di un'osteria? Guardate che è un buon primato, eh! Solitamente ci riescono solo i bari, gli ubriaconi e gli scrocconi.” E rise di gusto.
“Insomma, ma tu cosa vuoi da me?” Voltandosi a guardarlo Guisgard.
“Vi ho già detto...” sorridendo Umans “... sono il vostro Angelo Custode...”
Intanto, sulla strada che dal centro di Faycus portava al convento di San Pasquale, la carrozza ducale conduceva Talia e la duchessa attraverso un cammino dissestato.
E a causa di un sussulto della carrozza a Talia cadde in terra il libretto di Andros trovato al Belvedere.
Lady Vicenzia si accorse subito di questo e lo raccolse, per poi sfogliarlo.
Ad un tratto, la duchessa alzò gli occhi da quelle pagine e fissò la ragazza.
“Ma tu...” disse “... tu chi sei?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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