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Vecchio 16-06-2012, 03.51.10   #2445
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La duchessa si voltò verso Talia e restò a fissarla.
“Mi sembrava” disse con tono severo “di averti proibito di pronunciare ancora quel nome. Trovo tremendamente sconveniente che una mia dama di compagnia parli di uomini di così dubbia moralità. Soprattutto in mia presenza. Io non posso, ahimè, impedirti di pensare, ma di sicuro esigo un contegno rispettoso e all'altezza del ruolo che ora occupi. Forse dovresti trascorrere un po' di tempo nel convento di San Pasquale...” fissando il convento che dominava dall'alto l'intera città “... può darsi che le suore siano più adatte di me nell'impartirti i valori degni di una ragazza che si trova alla corte ducale...”

Suor Linda, quando ormai il convento cominciava ad abbandonarsi nel lungo ed austero silenzio che avrebbe scandito l'imminente notte, bussò alla cella, per poi entrarvi.
La ragazza era ancora sveglia, seduta sul piccolo lettino, mentre la debole luce di una candela era tutto ciò che illuminava, in modo vago ed incerto, quell'ambiente.
“Atlia...” disse la suora avvicinandosi a lei “... cosa significavano quelle parole? Era un'altra delle tue storie? Di quelle che ami inventare di tanto in tanto? Eppure era così diversa da quelle precedenti... e tremavi nel raccontarla... guardami, per favore...” sedendosi accanto a lei “... era così... reale... Atlia, ti prego, rispondimi... cosa significava quella storia? Perchè hai parlato del castello ducale e dei Taddei? E quel ritratto? Atlia, guardami, ti prego... devi stare attenta a ciò che racconti... potrebbero punirti e impedirti di dipingere... tu ami dipingere, vero? Allora sta attenta... promettimi che non inventerai più storie simili... lascia stare la famiglia ducale... promettimelo, Atlia...”
In quel momento suonò la campana della chiesa del Santissimo Salvatore.
Era il segnale che tutte dovevano ritirarsi.
“Devo andare...” mormorò suor Linda “... riposati e non pensare più a nulla... a domani, se Dio vorrà...” ed uscì, lasciando la ragazza in un abisso di solitudine e tristezza.

“E comunque...” fece la duchessa, destando Talia da quell'angosciante visione “... spero che tu ed il tuo amico non vi siate intrufolati con l'inganno anche nel palazzo del Belvedere, come accaduto quando siete stati scoperti qui al castello ducale...”
Un colpo di vento scostò il velo dal capo di Talia e subito lady Vicenzia le si avvicinò per accomodarglielo.
E in quel momento, grazie alla luce del Sole, infinitamente più viva e forte delle candele che la sera prima avevano illuminato le sale del castello, la duchessa si accorse della pietra rossa che la ragazza aveva al collo.
“Come hai avuto questa pietra?” Chiese meravigliata la donna. “Rispondimi!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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