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Vecchio 13-06-2012, 20.06.55   #2400
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il menestrello si fermò ancora una volta per bere e poi, incitato dai presenti, riprese a suonare...

Andros intanto era tornato al suo emporio.
Ad attenderlo c’era una donna.
“Buongiorno, messer Andros.”
“Buongiorno a voi, madama.”
“Ricordate quel macinino per il sale da antiquariato che faceste arrivare direttamente da Winburg?”
“Certo, madama.” Rispose Adros. “Lo ricordo benissimo.”
“Ecco, c’è un problema.”
“Problema?”
“Si... purtroppo era danneggiato.”
“Danneggiato?” Ripetè Andros. “Ma se lo abbiamo provato proprio in questo negozio e funzionava benissimo.”
“Si vede che era già danneggiato.” Rispose la donna. “Forse il danno è peggiorato quando l’ho provato a casa mia.”
“Madama Marbeck...” disse Andros con il tono di chi cerca di restare calmo “... siete sicura di non averlo danneggiato voi? Magari accidentalmente?”
“Messere, ma dico!” Esclamò risentita la donna. “Sono una persona per bene, io!”
“Madama, vi ripeto che il macinino funzionava benissimo. E voi lo avete visto!”
“Allora state insinuando che l’ho rotto io!”
“Di certo non sono stato io, madama!”
“Non alzate la voce con me, messere!”
“Madama...” rispose Andros cercando di mantenere la calma “... non sto alzando la voce. Vi sto solo dicendo che il macinino funzionava perfettamente quando ha lasciato questo negozio.”
“Io non so allora cosa dirvi.” Ribatté la donna. “Comunque, non vi chiedo certo indietro il denaro. Ordinatemene un altro ed io prenderò quello.”
“E cosa dovrei farne io di questo che ho fatto arrivare direttamente da Winburg?”
“Non pretenderete certo che io li prenda entrambi!” Rispose risentita la donna. “Non saprei cosa farmene di un macinino rotto!”
“Madama, io…”
“E’ assurdo che voi pretendiate di vendermi due macinini, considerando poi che uno è rotto!”
“Madama, vi prego…”
“E che di certo non sono stata io a romperlo!”
“E va bene.” La zittì Andros. “Datemi questo maledetto macinino. Non lo volete più? E sia! Allora prendete tutto ciò che vi pare! Prendetevi l’intero negozio e tutta la maledetta merce che contiene!”
“Ma dico? Siete impazzito forse?”
“Andate via e lasciatemi in pace!” Disse Andros con gli occhi rossi dalla rabbia. “Andate via o io…”
“Madama Marbeck!” Intervenne una voce di donna. “Date a me questo macinino rotto. Me ne occuperò io.”
“Grazie, Chymela.” Rispose la donna. “Vostro marito oggi sembra strano ed intrattabile.”
“Si e scusatelo. Abbiamo avuto una giornata dura oggi.” Disse Chymela.
“Io ho bisogno di aria.” Fece Andros correndo fuori di corsa.
“Forse è colpa mia…” disse madama Marbeck. “… forse avrei dovuto tenermi il macinino rotto.”
Chymela non rispose nulla.
Fissava solo, attraverso la finestra, il marito che correva via, come se fosse inseguito da antichi fantasmi.
E quando venne l’ora di chiusura, serrò la porta del negozio ed attese il ritorno di Andros.
Questi tornò dopo alcune ore, quando ormai la sera era scesa serena sulla piccola cittadina.
Chymela era accanto al braciere ed ebbe un sussulto nel rivedere suo marito.
“Andros, sei tornato finalmente!” Gli disse correndogli incontro.
“Scusami, Chymela…” rispose lui con il viso stravolto e teso “... avevo bisogno di restare un po’ da solo.”
“Dove sei stato?” Chiese lei preoccupata.
“In giro.”
“Sei stato alla vecchia miniera abbandonata, vero?”
“Chymela, ti prego…”
“L'hai nascosta laggiù, vero?” Chiese lei con gli occhi inumiditi dalle prime lacrime. “Non è vero allora che te ne sei liberato! Hai ancora quella spada!”
“Chymela, la spada non c’entra niente…”
“Avevi giurato che avremmo avuto una vita tranquilla, come chiunque altro!” Gridò lei in lacrime. “L’avevi giurato!”
“Chymela, ascoltami…” sussurrò lui prendendola fra le braccia. “Ti ho promesso che avremmo avuto una vita come tutte le altre persone. E per questo che siamo giunti qui. E rispetterò questa promessa. Ora calmati.”
“Il tuo sguardo…” disse lei con la voce rotta “... conosco il tuo sguardo… i fantasmi che ti tormentano sono tornati… lo sento… e saremo costretti di nuovo a lasciare tutto e ricominciare da capo…”
“Chymela...” disse Andros asciugandole le lacrime e sorridendole “... non accadrà. Non ho il diritto di farti altro male. Ti amo… e la nostra vita è qui ormai.”
La strinse forte e la baciò.
Ma nel suo cuore, quegli antichi demoni erano ormai tornati per tormentarlo di nuovo...

La duchessa si alzò in piedi, avvicinandosi alla finestra.
"Perchè solo poche cose nella vita hanno valore." Disse a Talia. "Poche cosa hanno davvero un significato. E solo esse hanno il potere di scandire la nostra esistenza... per secoli un ritratto può giacere dimenticato, facendo magari sorridere ripensando alle storie che si porta dietro... conosci la leggenda del Nodo di Gordio? Per anni re e condottieri hanno pensato ad esso come una favola... fino a quando un uomo giunse a tagliarlo, spezzando in due la storia del mondo..."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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