“Ho sempre visto con fastidio” disse lady Vicenzia a Talia “le ragazze svenevoli e deboli. Un portone aperto non è un invito ad entrare ed un castello non è una chiesa dove è consentito a tutti di accedervi. Gli animali entrano dove vogliono, incuranti delle leggi cortesi, morali e giuridiche che esistono fra gli uomini. E dunque potrei comprendere solo se mi trovassi davanti a degli animali. Siete animali? Devo allora trattarvi come tali?” Finalmente si alzò da suo seggio che dava le spalle a Talia e si avvicinò alla finestra.
Era una donna anziana, ma dalla bella presenza.
Aveva lo sguardo severo e l'espressione austera.
“Ora ricomponiti e vieni avanti, in modo che possa vederti meglio.” Fissando Talia.
La ragazza sorrise.
“Oh, vi chiedo scusa!” Portando una mano alla bocca. “Mi sono mossa di nuovo! Di questo passo non finirete mai la vostra opera e la duchessa andrà su tutte le furie...”
“Comprendo” fissandola l'artista “che siate stanca... è una bella mattinata di Sole ed io vi costringo a restare su questo balcone a posare per me.”
“No, a me piace.” Disse lei. “Questo castello è bellissimo. E poi, non so, provo una curiosa sensazione a pensare che una parte di me sarà racchiusa in un'opera d'arte..”
“Opera d'arte?” Sorridendo l'artista. “Eh, siete troppo buona! Spero che la duchessa sarà altrettanto generosa alla fine del mio lavoro!”
Lei però, ad un tratto, chinò il capo e sembrò rattristarsi.
“Cosa avete?” Chiese l'artista.
“Pensavo...”
“A cosa?”
“E se non sarò io la ragazza del ritratto?”
L'artista si alzò e si avvicinò a lei.
“Se guardando quel quadro” continuò lei “non mi riconoscerò? Voi siete un grande artista e sapete di certo abbellire ogni cosa... lo farete anche con me ed alla fine non sarò io la ragazza che apparirà nel ritratto...”
“Voi siete molto bella.” Disse l'artista.
“Lo pensate davvero?”
“Certo.”
“Guardatemi...” sospirando lei “... non eccello in nulla... rido spesso, forse anche troppo... ed i miei occhi... non sono di nessun colore particolare... si dice che i Taddei abbiano gli occhi chiari, quasi un segno della loro nobile stirpe...”
“Ascoltate...” disse l'artista “... vi trovate qui perchè siete una ragazza speciale...tutto in voi è particolare, unico... soprattutto i vostri occhi... e sapete qual'è il mio compito? Ciò che sancirà il successo o il fallimento della mia opera?” Sorrise. “Il mio compito è quello di imprimere, così come sono, in vostri occhi ed il vostro bellissimo sorriso su questa tela. Riuscire a catturare lo splendore del vostro sguardo e la luminosità del vostro sorriso per trarre poi da essi un'opera d'arte.”
“Davvero?”
“Si...” annuì il pittore “... l'artista altro non è che un imitatore... imitare la natura e riprodurre ciò che sente nel suo cuore quando guarda le meraviglie del mondo... e questo sto facendo ora... sto cercando di copiare sulla mia tela la vostra bellissima immagine, così come appare ai miei occhi, per renderla immortale.”
“Allora riprendiamo!” Esclamò lei.
“Ho detto di venire avanti!” Con tono severo lady Vicenzia, destando Talia da quella visione. “Vieni avanti affinchè io possa vederti meglio! E bada che non voglio più ripeterlo!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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