Il vecchio annuì a quelle parole di Talia.
“Si, ho visto molti luoghi ed ascoltato tante storie.” Disse. “Come i canti malinconici dei marinai alla Luna, o i versi che intonano i minatori prima di avventurarsi nel sottosuolo.” Fissò poi i suoi due ospiti. “Avete ragione, milady... spesso i tesori più grandi sono quelli che ci accompagnano ogni giorno, sin dall'inizio...”
“E il tesoro più importante che avete cercato?” Domandò Guisgard. “Forse una delle Sante Reliquie?”
“Le Reliquie hanno la capacità di unire la Terra al Cielo” rispose il vecchio “e di dispensare miracoli. Ma cosa rende davvero la Terra simile al Cielo? Cosa se non la Fede e l'Amore? E non sono forse queste due potenze a compiere i miracoli più grandi e belli? Comprenderete, allora, dolci amici, che il Tesoro più grande è quello che racchiude Fede e Amore.”
“E cosa incarna queste cose insieme?” Chiese Guisgard.
“La forma non è poi così importante.” Sorridendo il vecchio. “Sulla terra molte cose si celano sotto umili e semplici sembianze. Come un Calice, un Chiodo o una Lancia insanguinati, un Velo macchiato a Sangue, una scheggia di Legno, una Sindone con impressa una Forma Umana... oppure un Fiore...”
“Un Fiore?” Ripetè Guisgard.
“Si...” annuì il vecchio “... era proprio un Fiore quello che stava cercando un borghese che conobbi quando ero giovane... egli assoldò dei volontari ed intraprese un avventuroso viaggia per cercarlo... rammento il mio primo giorno al suo servizio... giungemmo presso un vecchio maniero abbandonato e ricoperto di sterpi e rovi... il borghese mi diede una lanterna ed un crocifisso di legno... trovammo allora un pozzo e scendemmo fin sul fondo, dove scoprimmo un passaggio segreto... e mentre attraversavamo quel punto, io mi sentivo eccitato e felice, seguendo la luce della mia lampada come fosse lo scintillio della stella guida dei giramondo... lì sotto scoprimmo un groviglio di cunicoli e gallerie... era come un regno sotterraneo, un mondo incantato... il gorgoglio dell'acqua tra le rocce, la lontananza della superficie abitata e civile, l'incerta ed irreale penombra e l'eco dei nostri passi mi facevano sentire come avvolto in una magia... già, il mestiere del cercatore di tesori deve essere benedetto da Dio... non vi è infatti disciplina che predisponga il cuore alla Fede e alla saggezza più di quella del cercatore di tesori.”
“Trovaste quel Tesoro poi?”
“No, perchè all'improvviso una parete crollò e bloccò il passaggio. Il borghese non volle darsi per vinto e continuò la sua ricerca, ordinando a noi altri, però, di ritornare in superficie... non seppi più nulla di lui e dei suoi compagni... ma giurai, sulla stima che provavo per lui, che avrei continuato quella ricerca... che avrei continuato a cercare quel Fiore...”
“E lo trovaste poi?”
“Fino ad oggi non sono ancora riuscito a trovarlo!” Esclamò il vecchio.
L'imbrunire cominciò a mostrarsi, stendendo un velo d'ombra sulla foresta e sulle pendici dei monti.
“Sta per fare notte.” Disse Guisgard. “Sarà meglio andare.”
“Dove siete diretti?”
“In una città che non dovrebbe distare troppo.” Rispose Guisgard. “La città di Faycus. La conoscete?”
“Si, non è lontana.” Disse il vecchio. “Non ci vado spesso, perchè evito i luoghi troppo affollati e preferisco la muta campagna o gli austeri monti. Però è prossima quella città. Ma non volete restare qui per stanotte? Per poi ripartire domattina?”
“Vi ringrazio.” Fece Guisgard. “Ma non mi sento sicuro a restare in una grotta. Perdonatemi, non per scortesia, ma non posso accettare il vostro invito.”
Il vecchio fissò lui e poi Talia.
“Si, posso comprendere.” Annuendo. “Vi auguro il meglio dalla vita, ragazzi miei. Che possa sorridervi ed illuminarvi come voi avete fatto con me oggi. Pregherò per voi.”
Guisgard allora salutò quel vecchio e preparò i cavalli.
Partirono subito dopo verso i due monti che apparivano lungo la strada.
Galopparono per un po', fino ad intravedere le mura di una città racchiusa proprio tra quei due monti.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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