“Ehi, piccola!” Disse Guisgard stringendo Talia. “Hai avuto un incubo? Non preoccuparti... abbiamo vissuto diverse emozioni e vicissitudini, dunque è normale che tu sia agitata... vedrai che passerà presto. Io sono qui.” Le baciò i capelli. “Su, hai bisogno di mangiare qualcosa. Sei digiuna da ieri... andiamo giù, stanno preparando cose buonissime. E appena ti sentirai più tranquilla, lasceremo questo posto.” Sorrise. “E poi Sheylon aspetta noi per avere qualcosa di buono da mangiare!”
Scesero allora al piano di sotto.
La locanda era semplice e pulita e nella sala grande ospitava un gran numero di persone che conversavano amabilmente tra loro.
Ovunque c'era un profumo di focacce appena sfornate e odore di carne alla brace.
Entrando nella sala, Guisgard e Talia presero posto ad uno dei tavoli liberi.
Ad un tavolo accanto vi erano tre individui che discorrevano fra loro.
“Forse questa bella dama potrà aiutarci a risolvere la questione.” Disse uno di quelli nel fissare Talia.
Guisgard li guardò.
“Non temete, messere.” Sorridendo l'uomo. “Vogliamo solo un parere circa una nostra disputa. Col vostro consenso, naturalmente.”
“Di cosa si tratta?” Chiese Guisgard.
“Discutevamo sull'arte.”
“Capisco.” Disse il cavaliere. “Però anche io avrei da chiedervi qualcosa.”
“Certo.” Annuì l'uomo. “Prima voi, prego.”
“Io e...”
“Si, voi e vostra moglie?” Sorridendo l'uomo.
“Si, ecco...” fece Guisgard “... dicevo, io e mia moglie siamo diretti verso Nord... potreste indicarci una città o anche un borgo, non so, a ridosso dei monti, o comunque tranquillo?”
“Avete chiesto al locandiere?”
“No, in verità.”
“Come mai?”
“Non ne abbiamo avuto il tempo...” rispose Guisgard “... siamo giunti da poco... ma non importa, chiederò al locandiere. Grazie lo stesso.”
“Non abbiamo problemi ad indicarvi una strada, messere.” Disse l'uomo. “Noi siamo in tre ed abbiamo gusti diversi. Io, ad esempio, amo la campagna e il fondovalle, mentre i miei amici” indicando gli altri due che erano con lui “preferiscono rispettivamente la montagna e i laghi. Ed è quindi naturale che per ciascuno di noi un paese tranquillo presenti caratteristiche legate alle nostre preferenze. Facciamo così, se vi garba... ora ognuno di noi sottoporrà vostra moglie ad una scelta e colui che incontrerà il suo favore vi rivelerà poi la meta migliore per il vostro viaggio. Ci state?”
“Mi sembra un po' intricato...” fece Guisgard “... ma non ho problemi. Ammesso che la cosa non dispiaccia a mia moglie.”
“Allora...” cominciò a dire il primo dei tre “... secondo voi, milady, qual'è l'arte migliore? Quella superiore a tutte le altre? Io credo che la poesia sia diversa da tutte le altre arti. Le altre sono impresse nella natura, mentre invece essa sola possiede elementi estranei a ciò che si conosce. Inoltre, diversamente dalle altre arti, la poesia è tutta interiore poiché viene concepita nell'animo e non necessita di strumenti per compiersi. Essa può essere detta a voce, non necessariamente scritta.”
“Io invece” fece il secondo di loro “penso che la musica superi tutte le altre discipline. Essa vive nella natura e da essa si manifesta... il canto degli uccelli, il sibilo del vento, il verso del grillo nelle sere d'Estate... l'acqua di un torrente che scorre su ciottoli lucenti, il boato potente di un tuono lontano. No, non vi è dubbio che solo la musica sa animare il mondo.”
“Secondo me” mormorò il terzo “è la pittura ad essere superiore alle altre. Le immagini della natura sono belle e prodigiose e assegnano il gioco delle luci e delle ombre ad ogni cosa. Tutto così si anima in essa.”
“Allora, milady?” Fissando Talia il primo dei tre. “Secondo voi chi fra noi ha ragione?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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