Guisgard fissava la luce che giungeva dalla piccola finestrella che si apriva in alto nella cella.
Era a terra, sull'umida pietra e inquieto si torturava per non essere stato in grado di fuggire da tutto ciò.
Mille immagini attraversavano la sua mente.
Le guardie ducali, i Cavalieri della Luna Nascente e la loro cattura.
Ma più di tutto, gli ritornava alla mente il bacio dato a Talia.
Cercava allora di comprenderne il senso ed il valore.
Ad un tratto udì dei rumori e poi delle voci.
Fuori dalla cella, infatti, erano appena arrivati Fernand e Delucien.
“Salute, cavaliere.” Disse il nuovo Gastaldo al cavaliere della Luna Nascente che faceva la guardia al prigioniero. “Tutto bene?”
“Si.” Annuendo il cavaliere.
“Presto torneranno i vostri compagni.” Fece Delucien. “E questa storia finirà. Spero comprenderete il mio comportamento.”
“Si.”
“Vi va di giocare?” Domandò Fernand.
“A noi non è concesso giocare per denaro.”
“Allora giocheremo per passare il tempo.” Sorridendo Fernand. “Conosco un gioco simpatico ed innocente.”
“Di cosa è accusato il prigioniero?” Chiese Delucien.
“Tradimento ed omicidio.” Rispose il cavaliere. “Ha rapito la ragazza, che è destinata a divenire sacerdotessa del nostro ordine e ha ucciso uno dei nostri.”
“Ecco tre santini...” mostrando le tre figure Fernand “... San Giuseppe e San Francesco perdono...” cominciandoli a mischiare velocemente “... mentre Santa Rita vince... dov'è Santa Rita?”
“Voglio vedere il prigioniero.” Disse Delucien. “E chiedergli perchè ci ha nascosto la verità... basterà solo un momento.” Ed entrò.
Nel vederlo, Guisgard si alzò in piedi.
“Non c'è tempo...” mormorò Delucien “... vi ho fatto portare qui perchè in questa cella vi è una botola...” si chinò e spostando il lettino mostrò il passaggio al prigioniero “... vi condurrà fuori. Andatevene subito...”
“Dov'è Talia?” Chiese Guisgard.
“Lei non corre rischi, voi si...” fissandolo Delucien “... è in un monastero...”
“Non lascerò questo paese senza di lei.”
“Non vi liberete mai di quei cavalieri fin quando ci sarà lei con voi...” disse Delucien “... amate molto vostra sorella...”
Guisgard non rispose.
“Già, forse troppo...” sorridendo Delucien.
“Non mi credete, vero?”
“Credervi?” Alzandosi Delucien. “Su cosa? Sul fatto che siete innocente? Non siete un traditore, si vede chiaramente, né tanto meno un assassino... ma non vi credo sul fatto che siete fratello e sorella...” rise “... io non bacerei così una mia sorella...”
“Era un bacio per la festa...” mormorò Guisgard “... come un gioco... eravamo Lancillotto e Ginevra... era solo un bacio finto... finto, come tutta la festa...”
“Di finto c'è ben poco...” disse Delucien “... voi siete perdutamente innamorato di lei... e non sono certo l'unico a pensarlo...”
“Tutti sembrano accorgersene...” appoggiandosi al muro Guisgard “... tutti tranne lei... per Talia sono un fratello... nulla di più...”
“Non c'è tempo, ora dovete andare via.” Fece Delucien. “Margel vi sta aspettando nella campagna... questo passaggio vi condurrà là... buona fortuna, amico mio.”
Un'ora dopo, Talia, ancora nella cella del convento, udì dei rumori.
La porta si aprì ed entrò una monaca.
Questa, rimasta sola con la prigioniera, si alzò il velo e mostrò il suo volto.
“Come state, Talia?” Domandò Margel alla prigioniera.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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