Tutti osservavano Guisgard e Talia che, però, incuranti di tutto il resto, si erano ricongiunti dopo il breve momento in cui lui aveva parlato come fosse stato davvero il Primo Cavaliere.
Le loro mani si erano cercate ed infine trovate, intrecciandosi fra loro.
“Non rammentavo” disse Fernand mentre tutti applaudivano ed attendevano la risposta di Ginevra “quel passo letto dal nostro Lancillotto.”
“Questo perchè” replicò sua moglie “non sei abbastanza romantico!”
“Forse questo hanno di magico le grandi storie d'amore...” sorridendo Margel “... che le loro parole risuonano sempre intatte, come pronunciate per la prima volta.”
“O forse” intervenne Delucien “perchè la più grande storia d'amore non è ancora stata scritta, amici miei...”
Tutti i presenti fissavano Lancillotto e Ginevra, in attesa della risposta della regina.
Un altro applauso si alzò dal palco e qualcuno chiedeva, a gran voce, una parola da parte della regina, un bacio o anche solo un cenno per ricambiare le parole del suo campione.
“Siete una bellissima coppia, miei signori!” Gridò uno degli invitati.
“Si, è vero.” Applaudendo la moglie di Fernand. “Anche se solo per gioco, anche se solo per una sera.”
“Cosa ne sai tu?” Fissandola di colpo il marito.
“Beh, sono fratelli, Fernand.” Rispose lei, come se quella fosse la cosa più ovvia del mondo.
Guisgard si voltò a fissarla.
La dolce boscaglia che corre tra il Casale degli Aceri e la strada che conduce poi al paese era un luogo magico.
Circondato da frondosi castagni, rigogliosi olmi, maestose querce e verdeggianti salici, poteva mutarsi nei luoghi più fantasiosi e straordinari conosciuti da chi amava sognare.
Sapeva, infatti, divenire la foresta di Brocelandia, il Deserto dei Gobbi, una selva incantata, un castello inespugnabile o uno dei tanti porti meta di corsari e filibustieri.
Ogni volta bastava la pagina di un libro letta ad alta voce, un'illustrazione o un quadro visto di sfuggita nel Casale o nel vicino monastero per accendere la fantasia dei ragazzi, capaci così di diventare poi i protagonisti di quello che erano in grado di immaginare e sognare.
“Ed io?” Chiese Talia.
“Tu cosa?” Fissandola Guisgard, mentre era intento a scheggiare quel ramo che aveva scelto come sua spada.
“Io chi sarò?”
“Ah, nel gioco intendi...”
“Beh, si...” mormorò lei “... tutti partecipano, no?”
“Certo!”
“Ma forse a te non importa più di tanto che io ci sia o meno...”
“Sai che non è vero!”
“Ma se ti ha stupito sentirmi parlare del gioco!”
“Pensavo che il maestro non...”
“Invece si!” Lo interruppe lei. “Oggi mi ha detto che posso giocare insieme con tutti voi!”
“Bene!”
“Di nuovo questa esclamazione...”
“Quale?” Chiese lui.
“Questo bene con cui rispondi talvolta a ciò che ti dico...” rispose lei “... sembri quasi uno dei mercanti che portano le provviste al maestro dopo qualche fiera... bene, messere! Bene, signore! Bene, anche questo mese i conti tornano! Bene, alla prossima fiera! Bene! Bene! Bene!” Scosse il capo. “Sembri uno di quelli... farai il mercante o il bottegaio da grande, altro che cavaliere!”
Guisgard sorrise.
“Cos'hai da ridere?”
“Nulla...” disse lui “... dai, prometto che non dirò più bene! Mi credi?”
“Certo...” fissandolo lei “... io ti credo sempre, lo sai...”
Lui annuì.
“Resta però” continuò lei “che non avevi pensato ad un ruolo per me nel gioco...”
“Questo lo credi tu!” Alzandosi in piedi lui e fendendo l'aria con la sua nuova spada di legno. “E' mai accaduto di non aver pensato ad un ruolo per te nei miei giochi?”
“No, mai.” Cominciando a sorridere lei. “Ed ora? Ne hai uno anche ora?”
“Naturalmente!” Esclamò lui. “Io sarò un poeta... uno di quelli maledetti, che cercano di scrivere qualcosa di speciale, di magico, di unico...”
“Ed io?”
“Tu sarai mia moglie!”
“Davvero?”
Lui annuì.
“Oh, mi piace!” Entusiasta lei. “Si, sarò una dama, moglie di un poeta! E sei riuscito a farmi innamorare di te grazie ai versi che solo tu sai dedicarmi!”
“Si, bello!”
“E tu?” Fissandolo lei.
“Io cosa?”
“Tu... perchè ti sei innamorato di me?”
“Già...” pensieroso lui “... già, non ci avevo pensato... vediamo...”
Lei continuò a fissarlo.
“Vediamo...” mormorò lui “... devo pensarci bene...”
“Oh, ma è così difficile trovare un motivo per innamorarti di me?”
“Ecco, ci sono!” Esclamò lui.
Lei sorrise.
“Si...” fissandola lui “... io mi sono innamorato di te perchè solo grazie a te ho trovato la mia vera ispirazione. Solo quando sono con te io riesco a scrivere qualcosa di speciale e magnifico. Tu sei la mia musa.”
“Oh, si!” Raggiante lei. “Si, meraviglioso!”
“Vedrai, questo gioco sarà bellissimo, Talia!” Prendendola per mano lui e conducendola nella loro boscaglia, che si apprestava ad assumere le fattezze di quella loro nuova avventura.
Un nuovo applauso di tutti i presenti e le loro acclamazioni per il Primo Cavaliere e la sua amata regina, destarono Guisgard da quel lontano ricordo.
“Sei la più bella, gioia...” sussurrò lui ad un orecchio di Talia “... la più bella... e guardandoti comprendo cosa provò Lancillotto nel vedere Ginevra... e del perchè si innamorò perdutamente di lei...”