Guisgard strinse la mano di Talia e si accorse che era fredda e tremante.
Inoltre la sua voce incerta e il tono mesto e rattristato non erano sfuggiti al cavaliere.
Le tre coppie si avviarono allora verso il luogo della festa, mischiandosi pian piano con gli altri che si dirigevano là.
Ma Guisgard voleva restare solo con Talia e comprendere cosa avesse.
Allora, cominciò sensibilmente a rallentare il passo, lasciando che tutti gli altri li circondassero, separandoli dai loro amici.
E all'improvviso, Guisgard si avvicinò ad una fontana per bere.
“Ah, mi ci voleva una bella bevuta!” Esclamò. “Fresca! Adoro l'acqua che sgorga in questi borghi di montagna!” Guardò i vari cavalieri e le loro dame sfilare verso la festa.
Allora, bagnandosi la mano con quell'acqua fresca, scherzò sulle guance di Talia.
“Vuoi bere?” Chiese alla ragazza. “E' fresca e buonissima. E poi magari mi racconti perchè mi sembri così triste...” le accarezzò il viso “... la regina Ginevra deve essere gaia e spensierata... lei solo possiede il cuore di Lancillotto!” Sorrise.
“Messere!” Avvicinandosi all'improvviso un bambino. “Acquistate una rosa per la vostra dama? Ho rose di tutti i colori... rosse, bianche, perlate, ambrate, gialle... vi prego... se torno a casa senza averne venduta almeno una, mio padre mi picchierà!”
“Avanti...” disse Guisgard “... una rosa per far sorridere la mia regina... quale desiderate, lady Ginevra?” Domandò a Talia.