Reas fissò per qualche istante Elisabeth.
Nel suo sguardo vi era una indecifrabile inquietudine.
“Io non so cosa voi siate...” mormorò “... non lo so davvero... e voi di certo non siete tenuta a dirmi nulla... vi chiedo solo una cosa... evitata da ora altre situazioni simili... vi prego, almeno fino a quando durerà questa nostra missione... vi chiedo solo di non compiere altri... non so neanche come chiamarli... trucchi, ecco... niente più trucchi, vi prego...” attraversò allora il ponte “... quanto al vostro sogno, non credo racchiuda qualche significato particolare... i sogni non sono altro che elaborazioni delle sensazioni e degli stati d'animo vissuti durante il giorno... questa ricerca vi ha in qualche modo scossa, per questo avete fatto quel sogno.”
I due si avviarono così verso il monastero.
Ma proprio in quel momento, dall'alto delle vecchie mura, una figura austera si levò per fissarli.
“Non è servito dunque il vecchio ponte a fermarvi, vero?” Tuonò minacciosamente. “Allora troverete di meglio!”
“Chi siete?” Domandò Reas.
“Voi, piuttosto, chi siete?”
“Siamo dei viaggiatori...” rispose il capitano “... cerchiamo solo un posto in cui riposare...”
“Andate oltre, allora...” fece la figura “... troverete di certo qualche borgo lungo il cammino.”
“Ma siamo stanchi!”
“Ed io cosa posso farci?” Esclamò la figura. “Non sono stato certo io ad invitarvi qui!”
“Che cocciuto!” Fece Reas, voltandosi verso Elisabeth.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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