XIX Quadro: La Montagna dei Sette Spiriti
“Scrivo queste righe in una morsa d'angoscia e so che al termine della notte sarò finito.”
(H. P. Lovercraft, Dagon)
Fyellon annuì a quelle parole di Altea.
“Avete ragione...” disse il cavaliere “... io credo che questo sia una sorta di enigma... da un lato vi era una donna, Lucilia, totalmente ostile all'amore... dall'altra, Petrulia, che sembrava idealizzarlo al massimo... e poi ci hanno dato una specie d'indizio... una sola era esatta fra queste indicazioni, l'altra invece ci avrebbe condotto lontano da Tylesia, verso una pessima situazione... poi abbiamo notato, quasi per caso, quel terzo passaggio, nel mezzo fra le due direzioni indicateci da quelle due donne... si, sono certo che vi era un trucco e proprio la via di mezzo è quella che ci condurrà a Tylesia...” poi sorrise “... volete imparare a tirare di spada? Tranquilla, vi insegnerò io come usare quell'arma. Promesso, appena possibile vi darò qualche lezione. Ora, nel frattempo, tenetela ben stretta ed in caso di pericolo agitatela forte verso ciò che vi minaccia.”
Così, i due falsi cugini, imboccarono il sentiero di mezzo.
Penetrarono ancor più in profondità nella selva e per un po' ai loro occhi si mostrò solo la fitta vegetazione di quel luogo.
Poi, verso il tardo meriggio, quando la stanchezza cominciava a farsi sentire, i due si ritrovarono davanti ad una cava scavata nel ventre di una montagna.
Ai piedi della montagna vi era solo una piccola e rustica locanda.
“Visto che siamo in cammino da un bel pò” disse Fyellon ad Altea “direi di fermarci un momento per bere qualcosa e chiedere magari informazioni per Tylesia... così capiremo quanto manca ancora per raggiungerla.”
Proprio in quel momento, sulla staccionata della locanda, uscì un vecchio.