Talia, così, guidata da Sheylon, raggiunse il pagliericcio in fondo alla caverna.
I tre cavalieri si alzarono, come forma di rispetto, mostrando un lieve inchino verso la ragazza, per poi tornarsi a sedere accanto al fuoco.
“Abbiamo turbato lady Chymela con i nostri discorsi...” disse uno di loro, fissando con sospetto la grossa tigre, soprattutto dopo ciò che aveva detto Talia riguardo agli antichi Ludi tra uomini e bestie feroci “... ma spero ci perdonerà... in Oriente, tra i pagani e sotto un cielo sconosciuto, l'animo non è abituato a cogliere discorsi intrisi di cortesia ed eleganza... sono invece i fatti di guerra, i piani di conquista, la volontà di sopraffare il proprio nemico a tenere banco... la terra natia e i nostri affetti ci appaiono lontani, quasi come quei miti e quelle leggende narrate dai bardi sotto le mura di Gerusalemme per tenere alto l'umore delle truppe... e così ci sentiamo un po' come Agamennone, come Ulisse, come Enea che sognano una terra lontana, che la ferocia della guerra fa apparire quasi irraggiungibile...
“Ma sappiamo” intervenne uno altro dei tre “che le difficoltà e le insidie non si celano solo sul campo di battaglia... no, i pericoli, proprio come per Agamennone, per Ulisse e per Enea, si possono annidare anche sul suolo amico, poiché gli uomini sono malvagi ovunque, al di là del proprio Credo e del colore della propria pelle...”
“Per questo” fece il terzo cavaliere “ben sappiamo che qui potremo incontrare altri nemici... come il traditore Egisto che tramava contro Agamennone, i malvagi Proci che attendevano Ulisse ed il fiero re Turno sfidante di Enea... e tutte le volte vi era sempre una donna... una donna come causa del sangue fatalmente destinato ad essere versato... Clitennestra, Penelope e Lavinia...”
“Spero dunque” disse il primo dei tre “che lady Chymela ci perdonerà se i nostri animi, per la solitudine e la nostalgia della nostra terra, sono così colmi di discorsi ed immagini cupe e tetre...”
I tre avevano parlato scandendo bene le parole e con tono alto, perchè la loro voce giungesse chiara fino al giaciglio di Talia.
“Oh, ma sicuramente lady Chymela vi comprenderà e vi perdonerà, miei nobili cavalieri...” sorridendo il vecchio, mentre continuava a rosolare la lepre sulla brace “... del resto siete degli eroi ed è grazie a voi che la Cristianità riuscirà a liberare il Santo Sepolcro.”
I tre cavalieri si segnarono tre volte.
“Ne sono certo...” disse uno dei cavalieri “... dunque, non perchè contrariata ella non ha voluto parlarci di suo marito...”
“Ci sono tanti motivi” intervenendo un altro dei tre “perchè una donna non parli di suo marito... il più delle volte è per virtù... altre per paura...”
“Ecco, ormai la nostra lepre è pronta!” Esclamò il vecchio. “E qui abbiamo del buon vino con cui innaffiare i nostri umori!”
“Spero che lady Chymela vorrà onorarci con la sua compagnia...” fece uno dei cavalieri “... sono mesi che non abbiamo il piacere e l'onore della presenza di una dama alla nostra tavola... se però ella è troppo stanca, o forse in imbarazzo per noi, allora rispetteremo la sua volontà di stare da sola...”
“Vorrà di certo aspettare il ritorno di suo marito.” Disse il vecchio.
“Allora vuol dire che attenderemo tutti” fissandolo il cavaliere “il suo ritorno.” Si voltò poi verso uno degli altri due. “Esci e chiama i nostri compagni... ormai non saranno lontani... fa loro cenno con il fuoco, affinché riconoscano questa grotta e ci raggiungano presto...” guardò allora nel fondo della caverna, dove stava Talia “... dì loro che la lepre è stata catturata ed è pronta per essere servita...”
L'altro cavaliere, allora, si alzò, prese un tizzone dal fuoco ed uscì dalla grotta.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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