Reas, ascoltando Elisabeth, sorrise lievemente.
“Siete contrariata perchè abbiamo due visioni diverse, milady?” Domandò alla maga. “Per voi l'amore è una forza che attraversa ogni cosa, mentre per me, come mi hanno insegnato, è solo una debolezza... e sia, non insistiamo oltre su questa cosa... del resto lo scopo della nostra missione sono questi fantomatici cigni di Goz e non certo trovare le risposte sul valore dell'amore...”
Anche lui, allora, montò in sella al suo cavallo, per poi partire, insieme ad Elisabeth, verso la selva.
Uscirono infatti dal palazzo, incrociando ancora la statua che si ergeva tra questo e la cattedrale, galoppando poi fin verso la porta di Tylesia.
Uscita dalla città, si ritrovarono nella selva.
Reas chiese ad Elisabeth di mostrargli ancora una volta la mappa di Goz.
“Sembra che qui sia indicato un luogo preciso...” cercando di decifrarla il capitano “... sembra una sorta di palazzo, o forse una grossa villa...” fissò la selva cercando di comprendere come proseguire.
Fece allora cenno ad Elisabeth di seguirlo.
Poco dopo i due si ritrovarono in una radura irregolare, dove sorgeva un monastero diroccato.
“Sembra disabitato...” mormorò Reas.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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