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Vecchio 03-05-2012, 19.41.09   #1893
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quasi come se avesse percepito il freddo che sentiva Talia, Sheylon le si avvicinò, accucciandosi ancor più vicino a lei, come a volerla riscaldare.
Un attimo dopo, però, alzò di scatto la testa, con lo sguardo verso l'entrata della grotta.
Guisgard era tornato.
Posò la lepre e le fragole accanto al vecchio e si sedette vicino a Talia.
“Ti vedo pallida, gioia...” prendendo le mani di lei e strofinandole nelle sue “... hai freddo, vero?” Le sorrise. “Sai che ho un regalo per te? Cresceva su uno spuntone di roccia, più lontana dalle altre... allora ho pensato fosse speciale, unica... e ho voluto coglierla per te...” e pose nelle mani di lei un fiore.


Il rigoglioso bosco di Suessyon, a circa tre leghe dalla laboriosa cittadina che da esso prendeva il nome, era attraversato dal fiume Relagio e tutt'intorno a questo si estendeva fin verso le pendici dei dolci monti a Nord, in una zona già dominata da antichi manieri longobardi.
Nel cuore di quella verde boscaglia sorgeva il Casale degli Aceri, che guardava verso Occidente e le cui caratteristiche provenivano dalla sua isolata posizione, dalla signorilità che avvolgeva la sua architettura e quel senso di solennità che emanava agli occhi di chi attraversava quell'ancestrale scenario.
In una radura presso le sponde del Relagio, due giovani erano intenti, ciascuno, nelle loro attività predilette.
“Queste eriche selvatiche” disse Talia mentre legava gli steli di quei fiori “staranno benissimo in quei vasi di terracotta che il maestro mi ha portato dalla fiera... non le trovi bellissime?” Mostrandole a Guisgard.
Questi era impegnato ad annotare alcuni nomi su un foglio bianco, sul quale, lungo i margini, aveva disegnato schizzi di torri, cavalli e spade.
“Come?” Voltandosi verso la ragazza. “Ah, si... sono molto belle... belle ma non adatte...”
“Adatte?” Ripeté Talia. “Adatte a cosa?”
“Alla nuova recita...” rispose lui, mentre giocava con la piuma d'oca.
“Ce ne sarà un'altra?” Sorpresa lei. “Ma che bello! Ma per quale ricorrenza? La prossima festa sarà solo fra un mese.”
“Non sarà legata ad alcuna festa...” fece lui “... messer dei Lardi vuole che ce ne sia una per beneficenza al monastero...”
“Ah...” mormorò lei “... allora immagino che una parte importante spetterà a sua figlia Carrie...”
“Troveremo una parte per tutti...” disse Guisgard, scarabocchiando sul foglio che aveva in mano.
“Attento che lei mira a fare sempre la protagonista...” accomodando i fiori lei.
“Davvero?” Voltandosi lui. “Beh, i ruoli sono belli tutti... quanto alla protagonista, sei stata tu nell'ultima recita...”
“Già... forse per questo mi guarda male...” sorrise “... eh, mio ispirato cavaliere, deve essere piacevole scegliersi una cortese dama da affiancare e salvare, vero?”
“Ah, pensi questo?” Smettendo di scarabocchiare lui. “Allora vuol dire che deciderò con calma a chi dare il ruolo di protagonista...”
“Si, ma ci penserai dopo, con calma...” sentendo il profumo di quei fiori lei “... ora dimmi... sono belli vero i miei fiori?”
“Vedo che non ti preme più di tanto, eh!” Alzandosi lui. “Si, sono belli quei fiori... ma non adatti alla mia storia...”
“Oh, il mio povero e permaloso cavaliere!” Sorridendo nuovamente lei. “Dai, dimmi allora quale fiore è adatto alla storia.”
“Basta leggere il titolo...” divenuto ombroso lui “... Il Cavaliere della Margherita...”
“Sembra interessante!”
“Già...”
Passarono i giorni e i preparativi per la recita si definivano sempre più.
La capricciosa Carrie, però, aveva tanto pianto da costringere suo padre a chiedere ai monaci di affidare il ruolo dell'eroina a sua figlia.
E quasi nello stesso momento, il maestro aveva ricevuto il malumore del vescovo circa la partecipazione di Talia a questi spettacoli.
Il cavaliere, allora, per non imbarazzare la ragazza, le aveva chiesto, proprio per il giorno dello spettacolo, di addobbare l'Altare del Tempio, impedendole di fatto di poter partecipare alla recita.
Fyellon, poi, aveva rivelato ad alcuni dei suoi fratelli che era stata Talia stessa a non voler partecipare, certo che quelli avrebbero riportato il tutto a Guisgard.
Giunse così il giorno e “Il Cavaliere della Margherita” andò in scena nello spiazzo davanti al monastero.
Tutti gli orfanelli del Casale vi parteciparono, ad eccezione di Talia, insieme ad altri ragazzi di Suessyon, tra cui anche Carrie.
“E' inutile continuare a vagare...” disse Guisgard “... dobbiamo cercare una degna impresa, affinché io, affrontandola, possa guadagnarmi le promesse della mia Margherita!”
“Sapete già dove cercare, sir?” Domandò uno dei suoi fratelli che impersonava uno degli altri cavalieri.
“Sarà madonna Avventura a guidarmi...” rispose Guisgard.
“Così finalmente conosceremo il vostro nome, vero?” Fece uno degli altri cavalieri.
“Si...” annuì Guisgard “... sciogliendo così quel voto che mi impone di non pronunciarlo mai ad alta voce...”
Ad un tratto si udì un suono di corno.
Si alzò il rudimentale sipario e apparve un'impalcatura rozza che aveva il compito di far immaginare ai presenti una torre, sulla quale era imprigionata una dama.
“A chi apparterrà quella torre?” Indicò uno dei cavalieri.
“A me!” Entrando in scena un altro dei giovani attori. “Sono il Cavaliere Nero e la dama nella torre è in mio possesso!”
“Vi impongo di liberarla!” Disse Guisgard.
“Dovrete prima battermi in singolar tenzone!” Gridò il Cavaliere Nero. “Fino ad allora il cuore della dama resterà nel mio pugno!”
“Con un pugno di mosche resterete!” Esclamò Guisgard. “Ma prima voglio vedere la dama, perchè dovrà accettarmi come campione...”
Raggiunse allora la torre.
“Milady, intraprenderò l'impresa per liberarvi...” fissando la cima della torre “... mi accettate come campione?”
Oh, cavaliere...” sospirò Carrie “... si, sarete mio campione... ma ditemi... chi siete?”
“Perdonatemi, milady...” rispose Guisgard “... ma un voto mi impone di tacere il mio nome... sarà la dama che riceverà il fiore che reco a pronunciarlo ad alta voce, liberandomi così da quel voto...”
“Andate allora...” sorridendo Carrie “... attenderò che mi portiate quel fiore...”
Cominciò il duello e Guisgard naturalmente vinse.
Tornò dalla dama e si arrampicò sull'albero al quale era appoggiata l'impalcatura che simulava la torre.
“Oh, cavaliere...” sospirò Carrie “... vi darò un bacio e voi mi donerete quel fiore... cavaliere, vi amo!”
“Talia...” sussurrò lui.
“Cosa!” Gridò Carrie. “Cosa hai detto?”
“Ehm....” mormorò Guisgard “... volevo dire... si... Carrie...”
“No, hai pronunciato il suo nome!” Sbraitò Carrie, per poi buttare a terra il velo. “Quella pettegola e insopportabile orfana è riuscita a rovinarmi la recita! Papà!” Chiamò poi piangendo. “La detesto! La detesto! Papà!”
I monaci e messer dei Lardi corsero verso l'albero.
“Ringrazia il Cielo di essere una ragazza!” Fissandola adirato Guisgard. “Altrimenti saprei io come torcerti il collo! E non ripetere mai più quanto detto ora!”
“Altrimenti cosa mi fai?” Arrabbiata Carrie. “Papà! Papà!”
“Che succede?” Domandò uno dei monaci.
Guisgard allora tirò contro l'albero la sua spada di legno, così forte che si spezzò in due.
Scavalcò l'impalcatura e saltò giù.
“Guisgard!” Gridò il maestro. “Fermati, torna indietro!”
Ma il ragazzo non si fermò e corse via.
Incrociò solo il volto di Fyellon che lo fissava con un ghigno.
Tornò al Casale e vide Talia nel Tempio.
“Già di ritorno?” Domandò lei. “E' finita presto?”
Guisgard annuì.
“Metti anche questa tra i tuoi fiori, per favore...” dandole la Margherita.
“Guisgard...” sussurrò lei “... Guisgard... è bellissima... ma non serviva per la recita?”
“No, non c'è stata alcuna recita...” fissando gli alberi accarezzati dal vento “... solo una farsa...”
“Non ti capisco...” guardandolo lei “... il fiore non era per la tua protagonista?”
“Tu non hai mai capito niente!” Voltandosi di scatto lui.
“Guisgard...” stupita lei.
Lui si avvicinò e gettò i suoi occhi in quelli di lei.
Erano cupi e strani bagliori li rendevano diversi dal solito.
Da azzurri quello scintillio li aveva resi vermigli e lucidissimi, come se stessero lacrimando.
Talia avvertì una sconosciuta sensazione, come se Guisgard stesse per baciarla.
Il volto di lui era vicinissimo a quello di lei.
“Talia!” Chiamarono all'improvviso i suoi fratelli.
“Devo...” sussurrò lei “... devo andare...”
Lui restò a fissarla senza rispondere.
“Si...” mormorò di colpo “... vai...”
Si spostò e Talia corse via.
Restò a fissarla dalla porta del Tempio.
“Voltati...” disse a voce bassa “... voltati, Talia...”
Passarono alcuni momenti che parvero eterni, senza che lei si voltasse.
Lui allora scappò via.
E prima di uscire dal cortile, lei si voltò verso il Tempio.
Ma Guisgard non c'era più.

Quella margherita donatale ora da Guisgard aveva destato in Talia quel vecchio ricordo.
“Allora, tra un po' è pronto...” fece il vecchio “... però...”
Guisgard lo fissò.
“Non avete portato le more...”
“More?” sorpreso Guisgard. “Non avevate detto di portare anche delle more...”
“Invece si.”
“Non è vero.”
“Insomma, la marmellata viene più gustosa...” fissandolo il vecchio “... non volete il meglio per vostra moglie? Nessuno conosce la ricetta delle mie marmellate di frutta. Per questo sono uniche.”
Guisgard scosse il capo.
“Allora?” Fece il vecchio.
“Va bene...” alzandosi Guisgard “... va bene... ma poi non uscirò più... dimenticato altro?”
“Voi avete dimenticato!”
Guisgard si avviò verso l'uscita.

“Hai paura di perdere Talia?”

Guisgard si voltò di scatto.
“Cosa avete detto?”
Aveva avuto l'impressione di udire il suo maestro.
“Non mi avete sentito?” Sbottò il vecchio. “Ho chiesto se avevate paura di perdere vostra moglie...”
Guisgard restò a fissarlo turbato.
“Su, fate presto...” lo esortò il vecchio “... la lepre è quasi pronta...”
Il cavaliere guardò Talia per un momento e poi uscì, sempre seguito da Flender.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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