Fyellon prese allora Altea fra le braccia.
Il cielo era agitato come un mare in tempesta ed attraversato da dense nuvole grige, vaste, inquiete, che si spostavano verso un orizzonte che appariva come irraggiungibile.
Tylesia era illuminata dai bagliori dei lampi lontani e scossa dai boati dei tuoni sempre più vicini che annunciavano tempesta.
Le porte delle sue mura erano però aperte e spalancate erano anche quelle del palazzo reale.
Altea allora percorse il tragitto fino al parco, giungendo così davanti al misterioso ed inaccessibile Giardino.
Il suo cancello era però aperto anch'esso e al suo interno la ragazza riuscì ad ammirare ogni specie di pianta e fiore esistente al mondo.
Si accorse allora che vi era una figura.
Era la regina Destefya che piangeva e pregava inginocchiata.
Ad un tratto si udì una musica ed apparve un uomo: era Fin Roma.
“Altea, mi sentite?” Chiamò Fyellon. “Mi sentite? E' stato solo un brutto sogno.”
Altea così si destò da quel sogno.
Lei e Fyellon erano nella selva, finalmente fuori dal Castello dell'Avvilente Costumanza.
E Fyellon indossava la superba corazza rossa sottratta ad Isengrid.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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