Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Come per ogni giorno stabilito, anche quel dì la principessa raggiunse il verdeggiante giardino.
Attraversò un arco di salici e tigli intrecciati e raggiunse una panca di pietra, alle cui spalle vi era una grata ornata di gelsomini, clamidi ed eriche.
Restò a fissare i candidi gerani e con una mano accarezzò uno dei grappoli d'uva che pendevano dalle floride viti.
Una lieve brezza soffiò tra le foglie, generando un mormorio che si perse nello zampillare delle fontane.
Un attimo dopo di nuovo quel soffio, ma stavolta il suo eco fu più intenso.
Chymela allora avvertì qualcosa, come una voce.
Una voce che riconobbe subito.
“Milady, sono qui...” sussurrò Andros dall'altra parte della grata.
Lei si guardò intorno, per voi voltarsi di scatto e raggiungere la grata.
Era pallida e i suoi occhi lucidi.
“Milord...” fissandolo lei “...ascoltatemi, vi prego... non voglio celarvi nulla... sappiate che ieri sera hanno discusso del mio matrimonio... all'arrivo del marchese sarà firmato il contratto...”
Lui restò un attimo in silenzio, poi chinò lo sguardo.
“Allora avverrà presto...” mormorò “... ho saputo che forse giungerà nella capitale già stasera, domattina al massimo... ne parlavano alla locanda...” esitò “... ho chiesto notizie in paese... è molto ricco ed offrirà alla corona di vostro padre un notevole aiuto militare... mi contende l'amata e poi le sorti dell'imminente guerra...”
“Già... la guerra...” fissando un cespuglio fiorito lei “... dopotutto siete qui per questo...”
Un lampo attraversò lo sguardo di lui.
“Io so cosa voglio...” disse “... e voi? Voi cosa farete?”
“Cosa potrei fare?” Guardandolo lei. “Andare contro la volontà di mio padre? Contro i desideri di mia madre? Contro tutto ciò che il popolo si aspetta da me? Sono sola in tutto questo...”
“E sia...” con voce bassa lui, simile alla calma che precede la burrasca.
“Perchè avverto questa freddezza?”
“Rassegnazione.”
“Indifferenza mi pare!” Impallidendo ancor di più lei.
“Io posso lottare contro tutto e tutti” senza tradire emozioni lui “ma non contro il vostro cuore. Se vi arrendete così, allora cosa mi resta da fare? Costringervi forse? E a far cosa? Ad amarmi? Da una pietra non nasce un fiore...”
“Siete crudele!”
Lui restò in silenzio.
“Crudele ed egoista!” Continuò lei. “Avevano ragione!”
“Chi?”
“Tutti!” Rispose lei. “Tutti coloro che mi dicevano di voi e della vostra corte! Perchè cercare un fiore lontano, se se ne hanno tanti ad una finestra o su un balcone? Forse perchè interessa il giardino che contiene quel fiore!”
“Avete ragione...” con voce cupa lui, mentre le mani stringevano incessantemente quella grata “... sono un egoista... penso alla mia passione, al mio amore, ai miei sogni, dimenticando i vostri doveri, il protocollo della vostra corte e i desideri della vostra famiglia... si, ammetto che è così... ma l'ho fatto perchè tutto ciò non riguarda la vostra felicità, i vostri sogni... nessuno può rendervi felice davvero... nessuno che non sia io... Chymela, non capite... ho attraversato le sabbie del tempo e gli oceani che riempiono lo spazio... ho cavalcato in sella a sogni e segni con cieca fiducia... ho intrapreso un viaggio in terre, sensazioni e passioni sconosciute, come solo i navigatori infiniti sanno fare... loro interrogano le stelle ed io invece i miei sogni e tutto solo per quelle Isole Felici di cui parlano bardi e poeti... il tutto solo per voi, che con il vostro nome avete riunito tutto ciò che di meraviglioso il mondo può contenere ed offrire... volete sposare un altro? Volete vivere seguendo la Ragione? Volete reprimere ogni simpatia verso di me? Spazzare anche tutto ciò che vi induce a ricordarmi? Ebbene, fatelo...” sospirò “...accetterò anche questo... soffrirò fino a consumarmi, maledicendo l'immortalità della mia anima, perchè so che non mi basterà l'eternità per dimenticarvi... si dice che chi troppo ha ricevuto, alla stessa maniera pagherà...e sia! Mi è stato donato l'Amore più alto, più grande, più forte... quello che nutro per voi... ma non sono riuscito a conquistare il vostro... non sono riuscito a farvi comprendere quanto siano state vere le mie promesse e i sogni che ho giurato di realizzare per voi... allora giusto che paghi con un dolore che mi maledirà per sempre... accetto tutto questo, Chymela... tutto sopporterò, ma non quello che avete insinuato... non vi è altro fiore che voglio cogliere, né in questo giardino, né in nessun altro a questo mondo o nei Cieli...”
“Oh, tacete, vi prego...” con un fil di voce lei “... non capite che è soltanto peggio...”
“Mi accusate di avere altre?” Stringendo sempre più la grata lui. “Vi lasciate sedurre dalle menzogne di chi vuol far tutto per allontanarci? La vostra corte mi è ostile, per questo infanga il mio nome... mai, sapete bene, vi mentii... mai... si, ho incontrato altre donne... e da ognuna mi sono lasciato attrarre e sedurre... ma non come pensate voi... perchè da loro ho ricevuto solo astio, sdegno... ed è per causa vostra... perchè? Perchè in esse cercavo ogni volta qualcosa, anche d'insignificante... qualcosa che mi ricordasse lo scintillio di uno sguardo, la lucentezza di un sorriso o il calore di un bacio... occhi di meravigliose cromature di verde, di celeste, di grigio o nocciola, ma vuoti e senza vita... capelli troppo scuri o mai abbastanza chiari da accendere in me l'illusione di un ricordo ormai smarrito... mani mai davvero candide e bianche... quelle donne non eravate mai voi... ho tentato allora di chiamarle col vostro nome e per un attimo mi è parso di vedervi quasi fino a toccarvi, ma tutto sfumava perchè esse andavano via sdegnate e indignate... perchè io avevo preferito il vostro fantasma a loro che erano vive e reali... e voi mi accusate di pensare ad altre donne...” scosse il capo “... altre diverse da voi... no, questo che vi ho raccontato mi attende per il resto della vita... ma grazie al Cielo sono un soldato ed un soldato vive per la guerra... e la guerra richiede un tributo di vita... morirò presto... si, morirò presto, per fortuna... rincorrerò la morte come la più ambita fra le amanti... e ucciderò un gran numero di uomini, latini, greci ed infedeli... ed ella per questo mio servigio di sangue non mi negherà le sue grazie... si, morirò presto, anche se so che neanche l'Oltretomba annienterà il mio eterno e doloroso ricordo di voi...” voltò le spalle e fece per andar via.
“Dove andate?” Chiamandolo lei. “Cosa volete fare? Parlate, vi prego! Parlatemi o morirò di pena!”
“Fuggite via con me, Chymela!”
“Oh, siete folle...” chinando lo sguardo lei “... dunque questo mi proponete? Siete visionario e irrazionale... negate la Ragione per un mondo di sogni irrealizzabili...”
“Si, sono folle!” Voltandosi lui. “Folle come tutti gli innamorati! Perchè chi ama nega ciò che non può comprendere il proprio Amore! Non era follemente innamorato Paride, tanto da sfidare i re Achei per Elena? E non lo era abbastanza Orfeo fino a cercare la sua Euridice nell'Ade? Apollo offese Amore e questi giustamente lo punì strappandogli Dafne, ma io cosa ho fatto per perdere voi? Forse la mia colpa è di non avervi saputo conquistare e strappare ad un mondo che mai vi renderà abbastanza felice... addio per sempre, Chymela...”
Chymela si aggrappò alla grata, scuotendola con un vigore ed una disperazione che ignorava a se stessa.
“Dove andate?” Con un gemito. “Fermatevi, vi prego! Ditemi che non vi farete uccidere a causa mia!”
“Lo farò...” mormorò lui “... mi farò uccidere forse stanotte stessa... a voi cosa importa ormai? State facendo ciò che ci si aspetta da voi... state facendo il vostro dovere di figlia e di principessa... vi lascio alla vostra coscienza acquietata...”
“Fermati allora!” Scivolando come sfinita lei. “Farò come mi chiedi... sarò tua... solo tua... hai vinto, Andros... preferisco morire di vergogna, che annientarmi per il dolore...”
“Chymela, amore mio adorato...” tornando verso la grata lui e impallidendo per quell'improvvisa gioia... davvero? Sarà così, anima mia?”
“Si, lo giuro...” sussurrò lei “... su quanto ho di più sacro...”
“Allora il vecchio eremita diceva il vero...” estraendo qualcosa dalla tasca lui “... diceva il vero quando mi donò questa pietra...” mostrandole una meravigliosa pietra rosso scura.
La grotta era asciutta e ricoperta di erbe selvatiche.
Quel luogo apparve subito accogliente e sicuro, offrendo ai due fuggitivi un comodo riparo.
Un ramo di melo selvatico, carico di frutti, pendeva nella caverna, offrendo così ai due un dolce nutrimento, mentre un rio sotterraneo riforniva di acqua fresca e pura quel luogo incontaminato.
Guisgard raccolse allora fascine secche e muschio con cui accese un fiore per scaldare la grotta.
“Qui saremo al sicuro...” avvicinandosi a Talia e prendendo le sue mani per scaldarla “... non ci troveranno...” sussurrò sorridendole “... abbiamo Sheylon che farà la guardia... vero, vecchio mio?”
La tigre rispose con un sordo brontolio.
“Perchè non provi a riposare un po'?” Continuò Guisgard. “Questa fuga improvvisa e poi l'ora passata a cavalcare... riposati, Talia...”
E così, tra i bagliori danzanti del fuoco che riscaldava, l'innocenza dei loro cuori, l'eco della pioggia che batteva sulle rocce secolari e coperte di muschio, i due fuggitivi si videro subito separati dal mondo, tratti in salvo da una situazione pericolosa e isolati dal resto dell'umanità, come se una Forza Superiore Avesse guidato il loro cammino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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