Guisgard continuava a guardarsi intorno, a cercare di interpretare, decifrare quell'innaturale silenzio.
Chiamava continuamente il vecchio guardiano, ma nessuno rispondeva a quel drammatico appello.
Poi le parole di Talia.
Anche lei avvertiva quell'angosciante ed enigmatica atmosfera.
Ma proprio in quel momento, qualcosa ruppe, scalfì e vinse quell'irreale silenzio sceso sul Belvedere.
Un nitrito tradì l'avvicinarsi di qualcuno.
Guisgard corse sulla terrazza dello spiazzo e guardò in basso alla stradina lastricata.
Era un gruppo di persone che saliva verso il Belvedere.
E più si avvicinava, più lui riusciva a scorgerne l'aspetto.
Erano cavalieri.
E recavano un simbolo: quello della Luna Nascente.
Guisgard impallidì.
Corse allora verso Talia.
“Ci hanno trovato!” Disse.
E corsero verso le scuderie.
C'erano Peogora e Luthien.
Guisgard sellò le due cavalle e aiutò Talia a salire in groppa a Luthien.
“Dobbiamo scappare, galoppare via, Talia!” Spronando i loro cavalli Guisgard. “I Cavalieri della Luna Nascente stanno arrivando!”
Due strade danno al Belvedere: quella lastricata, la principale e quella che invece sale dalla chiesa di San Lecio.
I due presero quest'ultima e galopparono verso i colli.
Giunti nel bosco, sentendosi un po' al sicuro, Guisgard chiamò qualcuno con un segnale particolare.
Un attimo dopo, dal folto bosco un superbo felino emerse.
“Andiamo, Shelyon!”
E si inoltrarono nel ventre del bosco.
Ma poco dopo il cielo cominciò a mutare.
Un forte vento iniziò a soffiare e grige nuvole si addensarono, oscurando ed intimorendo il paesaggio circostante.
Tuoni lontani scossero la vallata e lampi illuminarono quel grigiore.
Ma nella boscaglia Guisgard vide qualcosa.
Uno stretto antro, simile ad un passaggio seminascosto tra sterpi e rovi.
Si diressero lì, trovando così riparo in quella grotta.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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