Lilith era accanto alla corazza dai vermigli riflessi, mentre invece Parsifal rifletteva sulle misteriose parole di Insegrid.
“Allora...” fece Fyellon “... parlateci voi di questa prova... di questa Avvilente Costumanza... di cosa si tratta precisamente?”
“E' una maledizione, cavaliere.” Rispose il fabbro.
“Una maledizione?” Ripetè Fyellon. “Perdonatemi, ma io non credo a queste cose...”
“La cosa è indifferente.”
Fyellon lo fissò.
“Gli antichi” continuò Insegrid “ignoravano i metalli e le leghe, continuando così a combattere per secoli con armi fatte di pietra e legno... eppure, i metalli scorrevano nelle vene del sottosuolo ben prima della comparsa di noi uomini... e nessuno conosceva gli elefanti quando Annibale invase l'Italia e sconfisse due volte i romani... come vedete, cavaliere, è del tutto indifferente ciò che noi crediamo o ignoriamo... ciò che esiste conta davvero...”
“E chi avrebbe imposto questa maledizione?” Ciese Fyellon. “E su chi poi?”
“Come tutte le maledizioni” fissandolo Insegrid “anche questa nasce dalle debolezze e dai peccati degli uomini.”
“E in cosa consiste?”
“Sotto questo castello” spiegò il fabbro “vi è una sorta di cantina. Essa è stata costruita da alcuni fuggiaschi ed è ciò che resta di un fortino longobardo. I fuggiaschi fuggivano dai franchi e per seminare i loro inseguitori decisero di rendere quel fortino simile ad un labirinto... chi vi entra non è più capace di uscirne...”
“E cosa c'è in quel labirinto?” Domandò Fyellon.
“La morte, cavaliere.” Rispose Insegrid.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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