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Vecchio 17-04-2012, 02.57.05   #1683
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Da una delle finestre che davano sullo spiazzo del Belvedere e sulla bassa vallata scoscesa racchiusa dai verdi colli di San Leuciano, si poteva vedere lontano, quasi come guardare la vita che attraversa il lungo orizzonte indefinito, sospeso in un leggero e sfocato alone bluastro nel quale tutto sembrava perdersi.
Le nuvole si mostravano come decise a scendere sulla terra ed avvolgere ogni certezza umana nel loro confuso ed indistinto manto.
Guisgard teneva stretta a sè Talia.
La ragazza appariva più pallida a causa di quelle lacrime e dell'inquietudine che aveva stretto il suo cuore.
Aveva affondato il suo sguardo lucido, racchiuso dalle palpebre languide, nella camicia di lui, mentre i bagliori liberati dalla luce che attraversava le tendine della stanza disegnavano uno sfondo, incantato e sognante, nel quale si stagliavano gli ambrati riflessi dei suoi occhi.

Guisgard passeggiava, in direzione del Casale, lungo la stradina che attraversava il punto in cui la campagna cedeva il posto al bosco di Suessyon.
“Guisgard!” Chiamò una voce di fanciulla. “Guisgard, aspettami!”
“Ersa!” Voltandosi lui.
“Aspettami...” raggiungendolo “... dove vai tutto solo?”
“Beh, un cavaliere va sempre in cerca di madonna Avventura e madonna Fama.” Sorridendo lui.
“Eh, ma un cavaliere deve però avere una dama” chiudendo gli occhi la fanciulla e sospirando “altrimenti a chi dedicherà le sue nobili imprese?”
“Sai che non ci avevo pensato?” Facendole l'occhiolino lui.
“Dovresti invece!”
“Già.” Annuendo Guisgard.
“Magari ne troverai una alla Pesca di Beneficenza di domani sera.”
Guisgard sorrise nuovamente.
“Però dovresti stare attento a chi ti starà vicino.”
“Che vuoi dire?” Fissandola lui.
“Nulla... dicevo per te...”
“Ossia?”
“Sai, ho sentito alcuni discorsi...” fece la ragazza “... nella bottega di mio padre... riguardavano proprio lei... tua sorella...”
“Cosa dicevano su Talia?”
“Qualcuno parlava del fatto che è una trovatella...”
“E con ciò?” Incupendosi lui. “Al Casale degli Aceri tutti lo sono.”
“Si, ma si diceva che forse è stata data via” sorridendo la fanciulla “perchè figlia illegittima o naturale... per questo poi il vostro maestro ha deciso di destinarla a quel voto... nessun giovane, nobile o borghese, la prenderebbe come moglie...”
“Smettila!” Con tono fermo Guisgard.
“Cosa ho detto di male?” Fingendosi stupita lei. “Sono i discorsi che ho udito nella bottega di mio padre...”
E mentre la fanciulla parlava, Guisgard serrava sempre più i pugni.
“Per questo dicevo...” continuò Ersa “... un cavaliere non può certo chiedere di diventare suo campione... anzi, dice mia madre che quelle come lei, destinate a finire in un tempio, non devono pensare a divertirsi e a cose del genere... è come fare peccato o sacrilegio... per questo abbiamo deciso di non invitarla alla Pesca di Beneficenza...”
Guisgard sentì la rabbia crescere sempre più, ma riuscì a trattenersi.
“Sai cosa, Ersa?” Assumendo un'aria scanzonata lui. “Siamo tutti così, noi altri del Casale. Anzi, io sono il peggiore...” sorrise “... sai cosa si dice di me? Che sono una testa calda, che litigo un giorno si e l'altro pure, che adoro fare a pugni e detesto ogni tipo di regola...” rise di gusto “... come vedi, è meglio non farti vedere in mia compagnia, o tuo padre andrà su tutte le furie!”
“Ti stai burlando di me!” Esclamò Ersa.
Lui continuò a ridere.
“Sai cosa ti dico?” Adirata lei. “Che Fyellon ha ragione!”
“Certo che ha ragione!” Fece lui mentre andava via. “Lui è quello che più di tutti conosce il sapore dei miei pugni!” E rise nuovamente.
Poco dopo tornò al Casale.
“Guisgard!” Andando verso di lui Talia. “Ti stavo aspettando!”
“Davvero?” Accennando un sorriso lui.
“Si...” annuendo lei “... guarda...” mostrando delle piantine “... le porterò alla Pesca di Beneficenza... sai, ognuno porta qualcosa... e tu cosa porterai?”
“Io non ci andrò.” Con lo sguardo cupo lui.
“Perchè?” Sorpresa lei. “Avevi detto che ci saremmo andati insieme...”
“Ho cambiato idea.”
“Perchè?”
“Perchè detesto quelli che ci andranno.” Tagliando corto lui. “Ci litigherò, già lo so.”
“Oh...” restando immobile lei.
“Anzi, stasera mi divertirò...” fissandola lui “... andrò alla taverna... ci sarà il mio amico Ramon... lui si che è un grand'uomo!”
Lei non rispose nulla.
“Vuoi venirci, Talia?”
“E la Pesca di Beneficenza?”
“Che vadano al diavolo!” Esclamò lui. “Vieni, ti farò conoscere Ramon!” Prendendola per mano.
“Aspetta, dove andiamo?” Turbata lei. “Sei impossibile, sai? Cambi umore e idea come cambia il vento!”
Ma lui non volle sentire ragioni.
I due ragazzi, così, raggiunsero la taverna, per cercare lo zingaro Ramon.
“Ramon...” chiamò Guisgard affacciandosi ad una finestra “... Ramon, ci sei?”
“Chi è la?” Guardando dalla finestra uno zingaro. “Guisgard, ragazzo mio!” Rise allora Ramon. “Vieni, presto! Ragazzi, questo è il mio grande amico Guisgard!” Chiamando gli altri cuochi della cucina.
“Ramon, lei è Talia...” avanzando Guisgard e mostrando la ragazza.
“Ah, vedo che siamo accompagnati, cavaliere!” Sorridendo Ramon. “Ed è anche molto carina! Presto, ragazzi!” Sollecitando gli altri cuochi. “Stasera abbiamo ospiti importanti... chi siete?” Fissando i due ragazzi. “Lancillotto e Ginevra? O forse Tristano e Isotta? O magari Aladino e la sua bella principessa? Oh, non ditelo...” mostrando la sua abilità come giocoliere con delle mele “... siete un principe ed una principessa fuggiti da un reame malvagio in sella ad un destriero veloce come il vento...”
I due ragazzi sorridevano alle parole e alle movenze dello zingaro.
“Permettetemi, allora, di farvi assaggiare qualcosa di straordinario, miei signori...” continuò Ramon “... sono certo di poter soddisfare i vostri sofisticati gusti...” mettendo loro davanti un piccolo tavolino e apparecchiandolo come si conveniva “... ragazzi...” chiamando gli altri cuochi “... c'erano dei fagiani niente male, vero? E poi quelle verdure con olive e lardo. Anche dello stufato con legumi se ricordo bene...” rise “... oh, ma forse i nostri nobili ospiti gradiscono qualcosa di particolare... come quelle due fette di torta di mele che stanno per arrivare!” E servì loro la torta.
“Ramon...” fece Guisgard “... parlaci di uno di quei posti magici che hai visitato...”
“Eh, stasera vorrei parlarvi di un posto speciale...” sussurrò lo zingaro “... incantato, dove tutto può accadere... dove ogni desiderio può essere esaudito, sia esso un viaggio avventuroso, un tesoro inestimabile, un amore d'altri tempi...” mostrò ai due ragazzi la mano vuota, per poi chiuderla e soffiarci dentro “... seguitemi in un borgo lontano e fuori dal tempo... vorrei parlarvi della Casa delle Bifore...” aprì il pugno e magicamente mostrò una candela con cui poi illuminò il tavolino dei due giovani “... ma dovrei parlarvi di magia... siete pronti a chiudere gli occhi e sognare?” E sorrise.
E con lui sorrisero anche Guisgard e Talia.
“Sei felice?” Fissandola lui.
“Si, tanto...” annuendo lei “... ma la Pesca di Beneficenza? Il maestro magari pensa di trovarci lì...”
“Non pensarci, Talia...” sussurrò lui “... non pensare più a nulla... stasera ci siamo solo noi... promettimi che sarai sempre felice... felice come lo sei questa sera...”
“Si...” sorridendo lei “... te lo prometto...”

Restarono così, abbracciati, col solo linguaggio dei sussurri ad intaccare quel lieve silenzio fatto di ricordi, paure, inquietudini e sogni solo appena accennati al proprio cuore.
“Mi avevi detto di voler visitare questo palazzo, vero?” Giocando lui con una ciocca dei capelli di lei. “E mi avevi accennato ad una stanza in particolare... vogliamo andarci adesso?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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