Il vasto e lussureggiante giardino occupava tre quarti del cortile del palazzo, racchiuso da alte mura abbellite con contrafforti di laterizi policromi, simili a slanciati bastioni dalle snelle fattezze poligonali.
Olmi frondosi e salici nodosi salivano oltre le mura e ricoprivano ogni cosa con gli intrecci dei loro rami rigogliosi, carichi di fiori ormai prossimi a sbocciare nei primi frutti primaverili.
Nel giardino vi era una panca di pietra, alle spalle di una fontana dai getti d'acqua turchina,mentre tutt'intorno crescevano al Sole di Sygma fiori di ogni specie, screziati, bruniti, dalle vermiglie e purpuree cromature, dai giochi di colore che si rincorrevano all'infinito.
“Allora” sorridendo Chymela “immagino che vi sentiate pronto a rispondere a quell'arcano, vero?”
“Devo scegliere una delle tre possibilità?” Divertito Cristiano.
“Smettete di giocare...” sospirò lei “... avevate detto che scendendo in giardino mi avreste poi parlato di quel Fiore...”
“Improvvisamente” fece lui “non rammento altro fiore che non sia quello che ho davanti...”
“La smettete di burlarvi di me?”
“Siete dunque venuta qui con me solo per sapere di quell'arcano?”
“Non erano questi i patti?” Fingendosi imbronciata lei. “Su, siate leale.”
“Leale?” Sorridendo nuovamente lui. “Non ci penso neppure!”
“Insomma” imbronciandosi davvero lei “siete crudele e meschino. Così sono gli uomini di Capomazda?”
“Si...” annuendo lui “... amano come nessun altro... e amano per sempre...”
“E cosa amano?” Sorridendo lei. “I fiori?”
“Se sono come voi si...” fissandola lui “... amano anche i fiori...”
“Ditemi dell'arcano...” prendendo la mano di lui lei “... siate buono...”
“In verità...” sfiorando la mano di lei con le labbra “... la soluzione non è stata ancora trovata, temo...”
“E se vi chiedessi di trovarla?”
“Vi porterei con me, milady...”
“E dove?”
“A cercare quel Fiore...” estraendo un libricino dalla tasca.
“Che cos'è?” Domandò lei.
“E' la storia del Fiore...”
Lei sfiorò appena quel libricino.
“Dove l'avete trovato?”
“Nel palazzo di campagna dell'Arciduca...” rispose lui “... al Belvedere... è custodito in uno scrigno conservato nella Sala degli Elleni...”
“E voi come avete accesso a quel luogo?”
“Messer Guglielmo possiede importanti conoscenze alla corte dei Taddei”
“Capisco...” fissandolo lei “... e voi desideravate entrare in quel palazzo...”
“No...” sorridendo lui “... a me interessa accedere in ben altro luogo, più bello e meraviglioso di qualsiasi corte europea...”
“Quale?”
“Il vostro cuore, Chymela...” avvicinandosi alle sue labbra “... per poi rapirne l'eterno e dolce battito...”
Quella visione attraversò come un soffio il cuore di Talia, per poi svanire nel silenzio della stanza, come assorbita da un mondo sconosciuto celato negli oggetti, nei dipinti e nei muri del palazzo.
Guisgard, ancora addormentato, era accanto a lei.
Ad un tratto, la mano che stringeva quella di Talia, cominciò a pulsare più intensamente.
“No...” agitandosi nel sonno lui “... no... non andare via...” stringeva sempre più forte la mano della ragazza “... no... fermati... aspettami... fermati... fermarti!” E si svegliò di colpo.
Un attimo dopo rammentò ogni cosa.
La sua mano stringeva ancora quella di Talia e con l'altra la ragazza era a pochi centimetri dal suo volto.
Guisgard allora tornò a posare la testa sul letto.
Portò la mano di lei alla bocca e la baciò.
“Era solo un sogno...” mormorò “... solo un sogno... com'è profumata la tua mano, Talia...” sussurrò “... profuma di ciò che più amo... ha lo stesso sapore dei fiori di campo, del verde della campagna ed è fresca come il vento che soffia a
Primavera...” baciò di nuovo la mano di lei, mentre un bagliore indefinito brillò, per un attimo, nei suoi occhi.